Il duomo di Cefalù, secondo la leggenda, sarebbe sorto in seguito al voto al Santissimo Salvatore da Ruggero II, scampato ad una tempesta e approdato sulle spiagge della cittadina. La vera motivazione sembra piuttosto di natura politico-militare, dato il suo carattere di fortezza.
Le vicende costruttive furono complesse, con notevoli variazioni rispetto al progetto iniziale, e l’edificio non fu mai completato definitivamente. Un ambulacro ricavato nello spessore del muro e la medesima copertura, costituita da tretetti, di epoca e tecnica costruttiva diversi, testimoniano dei cambiamenti intervenuti nel progetto. Il monumento ha uno stile romanico con tratti bizantini. Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito dell'"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale". Ha la dignità di basilica minore. L'edificazione ebbe inizio nel 1131 e furono realizzati i mosaici nell'abside e sistemati i sarcofagiporfiretici che Ruggero II aveva destinato alla sepoltura sua e della moglie. Federico II trasferì a Palermo i due sarcofagi reali. Infine tra le due torri fu inserito un portico, opera di Ambrogio da Como. Le esplorazioni condotte nel duomo hanno portato alla luce un lacerto di mosaico bizantino policromo assegnabile al VI secolo: un campo centrale di cui si conservano alcune figure, incorniciato da una motivo di ogive e squame nei colori rosso, bianco e nero e, almeno su un lato, da una fila di quadrati in diagonale con rosetta centrale. Il repertorio decorativo trova confronti in Sicilia. Il mosaico è da porre in relazione con una struttura muraria e con tre sepolture ed era verosimilmente pertinente ad una basilica bizantina, della quale non è però possibile ricostruire la planimetria a causa della presenza delle sovrastanti strutture del duomo. I materiali rinvenuti nei sondaggi attestano una frequentazione nell'area almeno fino all'VIII secolo, epoca in cui Cefalù era già sede episcopale. L’edificio è preceduto da un ampio sagrato a terrazzo che svolgeva la funzione di cimitero. Era stato realizzato con terra portata appositamente da Gerusalemme, sia per motivi religiosi, sia per la sua particolare composizione che le dava la caratteristica di mummificare rapidamente i corpi che vi erano sepolti. La facciata è inquadrata da due possenti torri, alleggerite da eleganti bifore e monofore e sormontate da cuspidi piramidali aggiunte nel Quattrocento e diverse l'una dall'altra: una a pianta quadrata e con merli a forma di fiammelle, che simboleggerebbe la mitria papale e il potere della Chiesa, mentre l'altra, a pianta ottagonale e con merli ghibellini, la corona reale e il potere temporale. Il portico quattrocentesco precede la facciata, con tre archi (due ogivali ed unoa tutto sesto) sorretti da quattro colonne e con volte a crociera. Sotto il portico rimane la Porta Regum, impreziosita da un portale marmoreo finemente decorato, e con pitture ai lati. Le absidi, in particolare quella centrale, dovevano avere in origine uno slancio ancora maggiore. Le due laterali sono decorate superiormente da archetti incrociati e da mensoloni scolpiti: databili fra il 1215 e il 1223, raffigurano maschere, teste d’animali e figure umane in posizioni contorte. Più recenti i mensoloni dell'abside centrale, disposti inoltre in modo casuale sia sopra che sotto il cornicione. L'abside centrale aveva in origine tre grandi finestre, che vennero chiuse per la realizzazione del mosaico absidale, ed una più grande ad arco ogivale. Altre due coppie di finestre circolari sono all'estremità del transetto. Altre merlature si trovano anche su uno dei fianchi. L’interno è "a croce latina", diviso in tre navate da due file di colonne antiche di spoglio: quattordici fusti di granito rosa e due di cipollino, con basi e i capitelli del II secolo d.C. Due grandi capitelli figurati reggono l'arco trionfale e sono probabilmente prodotti di una bottegapugliese e risalgono alla metà del XII secolo. Il transetto ha un'altezza maggiore rispetto alle navate ed uno slancio ancora maggiore era previsto nel progetto originario. I mosaici riguardanti Cefalù interessano esclusivamente quelli che capiscono la superficie absidale. Distinti in quattro zone orizzontali, rappresentano il sublime Pantocratore nel catino, la Vergine orante fiancheggiata dai quattro arcangeli Raffaele, Michele, Gabriele e Uriele nella zona sottostante, i santi Pietro e Paolo, gli evangelisti Marco, Matteo, Giovanni e Luca nella terza fascia e, infine, nella quarta gli apostoli Filippo, Giacomo, Andrea, Simone, Bartolomeo e Tommaso. Ciascuna figura è accompagnata dal proprio titulus in greco che ne permette l'esatta identificazione. Cristo, con la mano sinistra, tiene ilVangelo aperto al versetto 8,12 di Giovanni: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita», nella duplice iscrizione greca e latina. Le quattro fasce sono delimitate orizzontalmente e verticalmente da cornici e motivi geometrici o vegetali stilizzati tranne quella che separa il catino dal resto dell’abside che si distingue dalle altre perché aggettante – campita com'è su una cornice a rilievo –, più larga e con una decorazione diversa: presenta infatti un tralcio di fiori e foglie. Altri mosaici ornamentali, dai motivi vegetali stilizzati entro alveoli, rivestono il profondo intradosso della finestra occupante la parte mediana delle due fasce inferiori. Introduce all'abside un doppio ordine di colonne le quali presentano la peculiarità di essere mosaicate, totalmente o in parte. Più precisamente, le colonne dell’ordine superiore hanno tanto i fusti che i capitelli a mosaico mentre in quelle dell'ordine inferiore, di granito rosso e verde, sono rivestiti a mosaico unicamente i capitelli. Il colore usato non è casuale. La porpora e il verde antico sono infatti colori imperiali bizantini, mediate, come altre figure ricorrenti nelle insegne regali normanne, da Costantinopoli.
Πηγη: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Duomo_di_Cefalù
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