Κυριακή 18 Οκτωβρίου 2015

Messapi - Un popolazione greco-italico di Puglia, Magna Grecia

I Messapi furono un'antica popolazione italica stanziatasi nella Messapia, in un territorio corrispondente alla Murgia meridionale e al Salento (province di Lecce, di Brindisi e parte della provincia di Taranto). La denominazione originaria del territorio è incerta, in quanto quello di Messapia (forse "Terra tra i due mari") fu il nome dato al territorio dagli storici greci. Le prime attestazioni della civiltà messapica risalgono all' VIII secolo a.C. Dopo il 272 a.C. rientrarono nel territorio di Roma, pur mantenendo in parte caratteristiche proprie. L'origine dei Messapi è incerta; probabilmente si deve a flussi migratori incerti e mai chiaramente dimostrati di origine
 illirica o egeo-anatolici giunti in Puglia alle soglie dell'età del ferro intorno all' IX secolo a.C. L'ipotesi illirica, oggi la più accettata dagli studiosi, è supportata soprattutto da considerazioni di tipo linguistico. L'origine cretese si basava invece essenzialmente sulla tradizione e derivava da un celebre passo di Erodoto sulle origini delle popolazioni iapigie: "Si racconta infatti che Minosse, giunto in Sicania (oggi detta Sicilia) alla ricerca di Dedalo, vi perì di morte violenta. Tempo dopo i Cretesi, indotti da un dio, tutti tranne quelli di Policne e di Preso, arrivarono in Sicania con una grande flotta e strinsero d'assedio per cinque anni la città di Camico (ai tempi miei abitata dagli Agrigentini). Infine, non potendo né conquistarla né rimanere lì, oppressi com'erano dalla carestia, abbandonarono l'impresa e se ne andarono. Quando durante la navigazione giunsero sulle coste della Iapigia, una violenta tempesta li spinse contro terra: le imbarcazioni si fracassarono e giacché non vedevano più modo di fare ritorno a Creta, fondarono sul posto una città, Iria, e vi si stabilirono cambiando nome e costumi: da Cretesi divennero Iapigi Messapi e da isolani continentali. Muovendo da Iria fondarono altre città, quelle che molto più tardi i Tarantini tentarono di distruggere le stesse, subendo una tale sconfitta da causare in quella circostanza la più clamorosa strage di Greci a nostra conoscenza, di Tarantini appunto e di Reggini. I cittadini di Reggio, venuti ad aiutare i Tarantini perché costretti da Micito figlio di Chero, morirono in tremila; i Tarantini caduti, poi, non si contarono neppure. Micito, che apparteneva alla casa di Anassilaos era stato lasciato come governatore di Reggio ed è lo stesso che, scacciato da Reggio e stabilitosi a Tegea in Arcadia, consacrò a Olimpia numerose statue". Dal V secolo a.C. in poi i Messapi sembrano costituire un’associazione di città-stato in funzione difensiva, assimilabile alle simmachie greche. Questi centri abitati autonomi, anche se non particolarmente estesi, potrebbero corrispondere alle tredici città del territorio alle quali accenna Strabone. Tali simmachie vanno viste come forme rudimentali di associazioni internazionali momentanee e intermittenti perché legavano gli aderenti soltanto per il breve periodo di una guerra. La storia dei Messapi dal V al III secolo a.C. è costellata di alleanze più o meno effimere contro gli Italioti o al fianco degli Italioti: conosciamo l'alleanza sorta per iniziativa iapigia intorno al 473 a.C. in funzione antitarantina e antireggina, che portò alla momentanea vittoria dei Messapi sulle due potenti città magnogreche e una spedizione punitiva iapigia contro Reggio. Gli storici greci ricordano che i Messapi sterminarono l'esercito di Tarentini e Reggini impiegando proficuamente la loro cavalleria. La disfatta di Taranto e Reggio fu terribile, Erodoto narra così dello sterminio di Tarentini e Reggini: « fu questa la più grande strage di Greci e Reggini che noi conosciamo, che dei Reggini morirono 3000 soldati e dei Tarantini non si poté nemmeno contare il numero. »(Erodoto). L'avvenimento ebbe una forte eco in tutto il mondo greco tanto che Aristotele precisa che l'avvenimento "accadde un po' dopo che i Persiani invasero la Grecia" e aggiunge che fu anche a causa di tale sconfitta che Taranto mutò il suo regime da aristocratico a democratico. A questi eventi seguì la riscossa di Taranto, come documentato dal donario tarantino, opera di Agelada di Argo, innalzato a Delfi nel V secolo a.C. che mostrava cavalli e donne messapiche prigioniere: «…statue di fanti e di cavalieri, il re degli Iapigi Opis, venuto in soccorso ai Peucezi. Questi è rappresentato come morto in battaglia, e su di lui giacente al suolo si levano l’eroe Taras e Falanto di Sparta». Tucidide riferisce di un aiuto offerto nel 413 a.C. dai Messapi ad Atene, nella cosiddetta guerra del Peloponneso in occasione della spedizione contro Siracusa. I generali ateniesi Demostene ed Eurimedonte attraversarono il mar Ionio e approdarono alle isole Cheradi (di fronte a Taranto), per imbarcare 150 lanciatori di giavellotto messapi forniti da Artas principe messapico (dinastes) in nome di un antico trattato di amicizia (palaia philìa) tra Messapi e Ateniesi. « Demostene ed Eurimedonte, quando l'armata al raduno di Corcira e le forze del continente furono in assetto, attraversarono con l'intero esercito lo Ionio fino a capo Iapigio. Quindi, salpati nuovamente, operarono uno sbarco alle isole Cheradi, un distretto della Iapigia, dove reclutarono per l'imbarco sulla propria flotta circa centocinquanta lanciatori di giavellotto iapigi di stirpe messapica, e dopo aver rinnovato antichi legami d'amicizia con Artas, che in qualità di sovrano aveva fornito alcuni giavellottisti, giunsero a Metaponto, sulla costa italica. »(Tucidide, Storia (VII, 33)). Nel IV secolo si stabilì l’alleanza tra Messapi e Lucani che nel356 a.C. portò alla conquista di Eraclea e Metaponto e poi al conseguente intervento in aiuto di Taranto da parte del re di Sparta Archidamo III, il quale troverà la morte in battaglia proprio sotto le mura della città messapica di Manduria nel 338 a.C. Tra il 333 a.C. ed il 330 a.C., il re epirota Alessandro il Molosso, chiamato dai Tarantini, fu vittorioso sui Messapi; dopo la morte del Molosso (330 a.C.) le alleanze si rovesciarono e i Messapi non esitarono ad allearsi prima con Taranto e Cleonimo di Sparta (304 a.C. circa) in funzione antilucana ed antiromana, poi con Agatocle di Siracusa ed infine con Pirro, al cui fianco combatterono nel 279 a.C.nella battaglia di Ascoli Satriano contro Roma e persino con Taranto (e Pirro). Proprio la guerra secolare tra i Messapi e Taranto avrebbe più tardi in parte favorito la conquista romana della stessa Taranto prima e dell'intero Salento poi, conclusasi intorno al 260 a.C.
Πηγή: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Messapi

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