L'insediamento umano in Puglia risale quanto meno a 250.000 anni fa, come testimoniano i resti fossili dell' Uomo di Altamura, una forma arcaica di Homo neanderthalensis. Numerosi sono i reperti di epoca preistorica, tra i quali diversi menhir e dolmen. Intorno al I millennio a.C., si insediarono sul territorio i popoli dei Dauni, dei Peucezi e dei Messapi di probabile origine illirica, e più tardi, in epoca ellenica, numerose furono le colonie magnogreche soprattutto nella parte meridionale della regione, tra le quali la città spartana di Taras (Taranto). Durante la seconda guerra sannitica (326-304 a.C.), l'esercito romano, nel tentativo di prestare soccorso a Luceria, assediata dai Sanniti, subì una grave sconfitta nella Battaglia delle Forche Caudine (321 a.C.). Ben presto Roma comprese l'importanza strategica dell'Apulia, ma l'occupazione della regione, nel III secolo a.C., non fu agevole soprattutto per la resistenza di Tarentum e Brundisium. Nel 216 a.C. a Canne (Barletta) l'esercito romano patì contro iCartaginesi di Annibale la sua peggiore sconfitta. Venne quindi istituita la Regio II Apulia et Calabria, che includeva anche il Sannio, una parte dell'attuale Molise e la Basilicata orientale. Con la costruzione della via Appia e, in epoca imperiale, della via Traiana (lungo cui prosperarono città come Aecae, Herdonia, Silvium, Canusium e Bitonto), la regione occupò posizioni di primato nella produzione del grano e dell'olio, diventando la maggior esportatrice di olio d'oliva in Oriente. Alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, anche la Puglia attraversò un lungo periodo di sofferenza. Molti popoli (Eruli e Ostrogoti) si alternarono sul territorio, ma alla fine divenne dominio dell'Impero bizantino (VI-XI secolo). Bari divenne capoluogo di un territorio esteso sino all'odierna Basilicata e sottoposto all'autorità di un capitano (o più propriamente catapano), nome del governatore bizantino da dove deriva il termine Capitanata. Con l'arrivo dei Normanni (XI secolo), Taranto diventò la capitale dell' omonimo principato, esteso su tutta la Terra d'Otranto. Nel 1043 i Normanni fondarono la Contea di Puglia e, successivamente, il Ducato di Puglia e Calabria. Dal 1130 fece parte del Regno di Sicilia. Nel secolo XIII il nome Apulia fu utilizzato da alcuni autori per indicare la parte meridionale della penisola italiana. Sia con i Normanni che con gli Svevi capeggiati dagli Hohenstaufen, la Puglia conseguì un grande progresso materiale e civile, che toccò l'apice con Federico II, a cui si deve la realizzazione di una serie di edifici laici e religiosi, alcuni di alto valore artistico, tra cui Castel del Monte ad Andria. Tra il 1282 e il 1400 la Puglia fu sotto la dominazione degli Angioini, all'interno del Regno di Napoli, a cui si sostituirono gli spagnoli: a partire da questo momento cominciò a radicarsi il potere dei latifondisti sul territorio.
Nella preistoria di Basilicata i primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico inferiore (Homo Erectus) e a rifugi del Mesolitico. Dal V millennio a.C. si diffusero gli insediamenti in villaggi fortificati e nell'età del ferro esistette una cultura indigena locale. Dall'VIII secolo a.C. fu fondata la colonia greca di Siris(di madrepatria microasiatica) e intorno al 630 a.C. quella diMetaponto, di colonizzazione achea, completando l'occupazione della costa ionica, mentre nell'interno continuano a fiorire le comunità indigene (in particolare nell'area di Melfi). Dopo un primo periodo di pacifica convivenza alcuni insediamenti indigeni scompaiono e altri vengono fortificati. Le città greche lottano l'una con l'altra. I primi contatti dei Romani con i Lucani si ebbero con una temporanea alleanza anti sannita intorno al 330 a.C. Dopo la conquista di Taranto nel 272 a.C. il dominio romano si estese a tutta la regione. Venne prolungata la via Appia fino a Brindisi e vennero fondate le colonie di Potentia(Potenza) e Grumentum. A Venosa nacque il poeta latino Orazio. Alla fine del V secolo la Lucania era già ampiamente cristianizzata e dopo la caduta dell'impero romano restò in possesso bizantino fino alla conquista longobarda nel 568, entrando a far parte del Ducato di Benevento. Le incursionisaracene portarono le popolazioni locali all'abbandono degli abitati in pianura e in prossimità della costa, a favore di centri protetti sulle alture. Tricarico e Tursi conoscono una dominazione araba di più lunga durata che inciderà profondamente sulla struttura stessa degli abitati, che hanno conservato testimonianze ancora oggi ben visibili nei quartieri della ràbata e della saracena a Tricarico e della rabatana a Tursi.
Nel 968, dopo la conquista bizantina, venne costituito il thema di Lucania, con capoluogo Tursikon (attuale Tursi). Nel 1059 con la conquista normanna, il thema scomparve e Melfidivenne una delle sedi del potere regale. Federico II di Svevia soggiornò a Melfi nel 1225 e nel1231, anno in cui vennero emanate le Constitutiones regni Siciliae ("Costituzioni di Melfi"), e in quegli anni, venne costruito il castello di Lagopesole. Nel XIV secolo la Lucania attraversò una profonda crisi demografica, attribuibile probabilmente alla "cacciata dei Saraceni" ordinata da Carlo I d'Angiò. La famiglia Caracciolo ottenne la signoria su Melfi e diversi altri feudi. Nella seconda metà del XV secolo si ebbe una generale ripresa economica e demografica, anche in seguito all'arrivo di profughi dalle regioni dell' Impero bizantino in seguito alla caduta di Costantinopoli. La Basilicata fu teatro della famosa Congiura dei baroni ordita nel 1485 dal principe di Salerno Antonello II dei Sanseverinoconsigliato da Antonello Petrucci e Francesco Coppola, ai danni del re di Napoli Ferdinando I di Napoli che coinvolse molte famiglie feudatarie di signori e baroni del regno della fazione guelfa favorevoli agli angioini, tra cui oltre iSanseverino, conti di Tricarico, si ricordano i Caracciolo principi di Melfi, i Gesualdo marchesi di Caggiano, i del Balzo-Orsini principi di Altamura e di Venosa, i Guevara principi di Teramo, i Senerchia conti di Sant'Andrea e Rapone, che si riunirono nel Castello del Malconsigliodi Miglionico (detto anche della congiura dei Baroni). La Congiura fu narrata dallo Storico Camillo Porzio nella sua più celebre opera, La congiura dei Baroni del regno di Napoli contra il re Ferdinando I.
Sin dal II millennio a.C., nell'attuale Campania è attestata la presenza di popolazioni di ceppo indoeuropei quali gli Osci (oOpici), gli Aurunci, gli Ausoni, i Sidicini ed i Sanniti; i quali parlavano la lingua osca, una lingua indo-europea del gruppo italico. Successivamente la zona costiera della Campania, come altre zone dell'Italia meridionale, fu soggetto dellacolonizzazione greca. I primi insediamenti lungo le coste della regione, portarono alla nascita di centri come Pithecusa(Ischia), Kyme (Cuma), Parthenope prima e Neapolis poi (Napoli), Dikaiarcheia (Pozzuoli), Poseidonia (Paestum), Elea(Ascea), Pixunte (Policastro Bussentino). La Campania divenne così uno dei centri culturali più importanti della Magna Grecia, la quale in seguito eserciterà un'influenza decisiva sulla società romana e poi sull'intera civiltà occidentale. Lo stesso alfabeto latino, con buona probabilità, deriva dall'alfabeto greco calcidese di Cuma. La prima delle colonie greche in Campania e nell'intero Mediterraneo occidentale fu l' isola di Ischia (già sede di insediamenti punico-cartaginesi a partire dal X secolo a.C.), dove agli inizi dell' VIII secolo a.C. un élite tecnico culturale proveniente da Calcide di Eubea si insediò priva di armi e con il consenso dei Cartaginesi nella baia di Lacco Ameno, luogo ben noto ai Cartaginesi, in funzione osservativa delle abilità tecnologiche delle comunità etrusche nel lavorare il ferro dell' Elba. Il primo stanziamento, detto dai greci Pithecusa, ebbe carattere misti tra la cultura greca e quella cartaginese e precedette temporalmente anche quelli di Naxos e Megara Hyblaea nella Sicilia meridionale (in realtà, il geografo Strabone, nonché l'attento studio del mito della Sirena Partenope e degli altri fatti storici riconducibili a quel periodo, hanno fornito buone tesi a proposito di un antecedente insediamento Rodio posto nell' isolotto di Megaride, attuale Castel dell'Ovo. Esso, riconducibile al IX secolo a.C., costituirebbe il primo nucleo delle futura Napoli). In seguito ai buoni rapporti intessuti da questa avanguardia, tra cui va ricordato il passaggio dell'alfabeto greco agli etruschi, avvenne lo stanziamento di coloni che dapprima interessò l'isola di Ischia e poi si allargò in terraferma ad un'area limitata e di marginale interesse per la preesistente civiltà etrusco-sannita ed in particolare nel napoletano. Dapprima essi si insediarono a Cuma (il punto della terraferma più vicino a Lacco Ameno) e poi si insediarono a Dicearchia (Pozzuoli), Parthenope e poi presso la definitiva Nea Polis (ovvero la Napoli attuale), nella quale fu organizzato il tipico impianto urbanistico ippodameo costituito da plateiai estenopoi, divenuti poi nell'epoca romana l'area dei decumani di Napoli. È interessante inoltre notare come tuttora la popolosa e densa città metropolitana di Napoli occupi uno spazio decisamente esiguo nella complessiva superficie regionale. L'insediamento greco avvenne infatti solo lungo le coste, mentre la parte interna era abitata dagli etruschi che diedero vita ad una lega di dodici municipi con a capo Capua, Nuceria,Nola, Acerra, Suessula. Successivamente la regione costiera subì prima l'influenza politico-militare Sanniti (intorno al V secolo a.C.) e poi divenne un obiettivo espansionistico di Roma. A seguito delle treguerre sannitiche (343-290 a.C.), con esito infausto per le popolazioni locali, fu occupata dai Romani, che vi fondarono parecchie colonie (come quella di Puteoli, l'attuale Pozzuoli). Durante la seconda guerra punica, solo poche città si allearono ai Cartaginesi, mentre la maggior parte della regione restò fedele a Roma. Amministrativamente fece parte dellaRegio I; ai tempi di Diocleziano acquisì poi autonomia. Durante l'occupazione romana, molti potenti costruirono lungo la costa le proprie ville estive. Anche dal punto di vista economico ci fu uno straordinario sviluppo dell'agricoltura e del commercio, la regione era infatti da sempre una delle zone più ricche del mondo classico e romano e ciò gli valse l'appellativo di Campania Felix. A Napoli, infine, nel castel dell'Ovo, con la morte dell'imperatore Romolo Augusto avvenuta dopo il 511, si decretò definitivamente la caduta dell' Impero romano d'Occidente. Sul finire del V secolo d.C. i longobardi scesero in Italiaarrivando fino in Campania. Con la fondazione del Ducato di Benevento e poi con la caduta di Pavia divenne principato e verso il XI secolo divenne possedimento del pontefice (denominato dagli storici il balcone del Papa sul Sud Italia), la Campania perse la sua unità, poiché piccole parti del territorio andarono a Bisanzio e tutto il resto ai principi Longobardi. Il Ducato di Napoli cadde in mano bizantina nel 536, ma ben presto tale territorio si ribellò alle autorità centrali, divenendo un vero e proprio stato autonomo. Nell'anno 1030 i normanni acquisirono il feudo di Aversa, ceduto da uno degli ultimi duchi di Napoli: un episodio storico che provocò l'ascesa della potente dinastia normanna. Nel giro di un secolo, da quell'avamposto, furono in grado di unificare e sottomettere politicamente buona parte dei territori dell'Italia meridionale. La Campania venne compresa nel Regno di Sicilia, e affidata ai rispettivi sovrani (Altavilla, Hohenstaufen, Angioini e Aragonesi).
Con i Vespri siciliani, ci fu l'inizio della guerra dei novant'anni. La Sicilia si divise dal Regno e alla dinastia Angioina rimase ilSud Italia continentale che divenne quindi Regno di Napoli. Seguì poi la dinastia Aragonese, sotto il cui regno Napoli divenne uno dei più importanti centri del Rinascimento e dell'Umanesimo. Alfonso V d'Aragona, riuscì a ricostituire momentaneamente l'unificazione dei due Regni. Napoli sotto questo sovrano divenne una vera e propria capitale del Mediterraneo.
Le prime tracce della presenza dell'uomo in Calabria risalgono al Paleolitico come testimoniano i ritrovamenti nelle grotte di Praia a Mare e il graffito del Bos primigenius della Grotta del Romito a Papasidero, una figura di bovide incisa nella roccia 12.000 anni fa. Durante l'era dei metalligiunsero nuove popolazioni, uno degli insediamenti più importanti risalente a quel periodo è il complesso di Torre Galli nei pressi di Vibo Valentia, inoltre, nei pressi di Roccella Ionica, sul finire degli anni sessanta, furono condotti degli scavi che riportarono alla luce una necropoli risalente all'età del ferro, così come, negli anni cinquanta, in contrada Ronzo a Calanna a poca distanza dall'abitato si scoprì la necropoli di un villaggio protostorico databile ai secoli XI- X a.c, importanti reperti ritrovati sono conservati a Reggio Calabria nel Museo nazionale della Magna Grecia. Secondo il mito, Aschenez, pronipote di Noè, mercante semita ed inventore della barca a remi, giunse tre generazioni dopo il diluvio universale sulle sponde dove fu fondata Reggio.
Più tardi, secondo il mito greco, circa 850 anni prima della guerra di Troia, vi sarebbero dunque giunti Enotrio e Peucezio (riportato anche come Paucezio), di stirpe enotria e pelasgica, originari della Siria che, trovando il suolo molto fertile, chiamarono la regione "Ausonia" in ricordo dell'Ausonide, fertile zona della Siria. Secondo la leggenda Enotrio avrebbe regnato per 71 anni e alla sua morte gli sarebbe succeduto il figlio Italo ("uomo forte e savio" secondo quanto narra Dionigi di Alicarnasso) che regnò su una popolazione "Italòi" che occupavano la penisola nella zona situata a sud dell'Istmo di Catanzaro, che oggi sono la province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria, dalla quale l'Ausonia avrebbe preso il nuovo nome di "Italia", come riportano Tucidide ("quella regione fu chiamata Italia da Italo, re arcade") e Virgilio (Eneide, III). Sappiamo comunque da Dionigi di Alicarnasso (1 11,2-4; 12,1) e Diodoro Siculo che gli "Ausoni" (abitanti dell'Ausonia) erano stanziati nella zona di Reggio già intorno al XVI secolo a.C..
Tali popolazioni dunque (Ausoni-Enotri-Itali, di probabile origine indoeuropea, Italici appartenenti al gruppo latino-falisco), avrebbero abitato prevalentemente le zone costiere. I Lucani (Italici indoeuropei, appartenenti al gruppo osco-umbro), abitavano nella regione che da essi prese il nome di "Lucania", a nord della Calabria. L'entroterra della Calabria (chiamato in seguito dai Romani "Bruttium"), fu abitato principalmente dai Bruzi (di temperamento bellicoso, chiamati Brutti o Bretti, strettamente imparentati coi Lucani) oltre che da genti di origine iberica. Il centro nevralgico di questo popolo era Consentia, l'attuale Cosenza, la quale venne eletta dalle tribù dei Bruzi, dopo essersi coalizzate in una lega, "capitale" della regione. Fu occupata dai Romani assieme al resto della Magna Grecia nel 265 a.C., ma durante la seconda guerra punica si ribellò a Roma per allearsi con Annibale, per poi ritornare sotto il saldo controllo della repubblica romana dopo la sconfitta del condottiero cartaginese. Di fondamentale importanza è lo sbarco dei Greci sulle coste calabresi, i quali strapparono le terre ai Lucani (costretti a rifugiarsi nell'entroterra e nella parte settentrionale della Calabria), e si mescolarono con gli altri popoli autoctoni, dando vita ad una cultura meticcia, greco-italica, estremamente florida nei secoli successivi. I Greci fondarono fiorenti colonie, così magnificenti da guadagnarsi l'appellativo di Magna Grecia (Grande Grecia), così importanti da superare, in alcuni casi, la stessa madrepatria. Tra l' VIII ed il IV secolo a.C. infatti fiorivano su tutta la costa numerose ed importanti città della Magna Grecia, comeRhegion, Kroton, Locri Epizephyrii, Metauros e Sybaris, e numerose sub-colonie fondate dalle colonie stesse quali: Kaulon, Hipponion, Medma, Terina e Scolacium.
La storia delle poleis magnogreche vide primeggiare politicamente ed economicamente le città di Reggio come padrona dello Stretto di Messina e della Calabria meridionale, di Locri Epizefiri nella parte centrale della regione, e di Crotone in quella settentrionale, in una storia fatta di alterne alleanze e conflitti interni tra le tre potenze della regione. Successivamente, con la pressione delle popolazioni italiche dei Bruzi e dei Lucani (che conquistarono anche la gran parte poleis greche), e con l'avvento di Roma, la Magna Greciainiziò il suo declino, dovuto anche ad una continua lotta per il predominio tra le poleis. Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, la Calabria fu devastata dalle guerre gotiche, tra goti e bizantini, i quali ebbero la meglio. Successivamente a causa dell'invasionelongobarda i Bizantini persero gran parte dell'Italia compresa anche parte della Calabria settentrionale, i territori rimasti del Bruzio furono aggregati con le terre possedute nel Salento, formando il ducato di Calabria compreso nel thema di Sicilia.
Successivamente il dominio bizantino in Italia Meridionale fu diviso in: thema di Langobardia, con capitale Bari, e, una volta caduta la Sicilia in mano agli arabi, in thema di Calabria, con capitale Reggio. Quest'ultimo territorio aveva dunque ereditato il nome Calabria, precedentemente usato per designare la penisola salentina; con l'estendersi delle conquisti bizantine fu organizzato anche il thema di Lucania che comprendeva parte dell'odierna Calabria settentrionale.
Durante l'alto medioevo gli abitanti furono spinti verso l'interno della regione sia dalle pestilenze che dalle incursioni piratesche, una vera minaccia per gli insediamenti costieri, continuata fino alla fine del XVIII secolo. Numerose furono infatti le fortificazioni collinari e montuose nell'entroterra calabrese, costituita da villaggi arroccati in posizione sufficientemente arretrata e inaccessibile da poter avvistare in tempo le navi nemiche e sbarrare prontamente le vie d'accesso ai centri abitati. Nel IX e X secolo, la Calabria fu terra di confine tra i Bizantini e gli Arabi insediatisi in Sicilia, che si contesero a lungo la penisola, soggetta a razzie e schermaglie, spopolata e demoralizzata, ma con gli importanti monasteri bizantini, vere e proprie roccaforti della cultura del tempo, e patria di numerosissimi santi monaci (san Nilo da Rossano, san Gregorio da Cerchiara ecc). Alla lunga contesa arabo-bizantina mette fine però la famiglia normanna degli Altavilla. L'anno1061 sancisce infatti che la Calabria è dei Normanni, suddivisa tra Roberto il Guiscardo, Duca di Calabria, e Ruggero, Conte di Calabria. Il governo così organizzato fu messo in atto dai locali magnati bizantini. Il dominio viene esteso alle Puglie e da questo momento ha termine ogni pertinenza bizantina. Roberto conferma in Reggio la capitale del Ducato di Puglia e di Calabria e sede delgiustizierato di Calabria, nominandosi egli stesso Duca;In questo periodo Cosenza divenne capitale e sede del giustizierato Val di Crati e Terra Giordana e residenza di Ruggero II, Duca di Calabria che iniziò la costruzione del Castello sui ruderi di una fortezza saracena. Ruggero è invece Conte di Calabria, vassallo del fratello Roberto, con sede a Mileto.
Roberto il Guiscardo fu investito Duca di Puglia, Calabria e Sicilia il 23 agosto 1059 da papa Niccolò II con la formula: per Grazia di Dio e di San Pietro duca di Puglia e Calabria e, se ancora mi assisteranno, futuro Signore della Sicilia.
Πηγη: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Basilicata
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Puglia
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Campania
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Calabria
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