Κυριακή 20 Νοεμβρίου 2016

Andros e un isola grande della Grecia, belissima isola delle Cyclades

Le Cicladi così chiamate per la loro disposizione a cerchio intorno a Delo, sono un gruppo di isole greche nel Mar Egeo , situate a sud dell'Attica e dell'Eubea. L'arcipelago è composto da circa 220 isole, di cui le principali sono Amorgo , Anafi , Andro , Antiparo, Kimolos , Delo , Io , Ceo (o Zea), Citno (o Termia), Milo , Micono, Nasso, Paro , Policandro, Serfanto , Sifanto (o Sifno ), Sicandro , Siro (o Sira), Tino e Santorino (o Santorini). Secondo Strabone erano originariamente solo dodici: Ceo, Citno, Serfanto, Milo, Sifno, Cimolo, Paro, Nasso, Siro, Micono, Tino e Andro. A queste Artemidoro di Efeso aggiunse Prepesinto, Oliaros e Ciaro , rendendole così quindici. Scilace distinse due gruppi di Cicladi, uno a nord e uno a sud. A nord egli pose Ceo, Helena, Citno, Serifo, Sifno, Paro, Nasso, Delo, Rineia, Sciro (forse questo è un errore di trascrizione e l'autore intendeva originariamente Siro), Micono, Tino e Andro; nel gruppo meridionale egli collocò Melo, Cimolo, Oliaro, Sicandro, Thera , Anafi ed Astipalea. La maggior parte delle degli storici, tuttavia, affermano che le Cicladi sono costituite dalle dodici isole citate da Strabone, a parte che per il fatto che sostituiscono Rhene o Rheneia con Melo, il che è certamente più corretto dal momento che Melo si trovava all'interno del cerchio. Pomponio Mela , probabilmente in una svista, omette Ceo e nomina Sicino invece di Citno. Plinio concorda con Artemidoro nel comprendere Prepesinto, Oliaro e Ciaro. Aigaion Pelagos fu uno dei themata dell'Impero Bizantino. Questo thema era ubicato in Asia minore e comprendeva buona parte dei territori costieri antistanti la Grecia, oltre all'attuale isola di Lesbo. Durante il X secolo era diciannovesimo su trentuno in ordine di importanza nell'Impero Bizantino, e forniva all'Impero un buon numero di dromoni . Il suo strategos guadagnava dieci libbre d'oro all'anno. Aigaion Pelagos cadde in mano Veneziana, dopo la caduta di Costantinopoli , per mano dei crociati . Il Ducato di Nasso o dell'Arcipelago è stato tra il 1207 e il 1579 un ducato marittimo nell'arcipelago delle Cicladi (Mar Egeo), costituito nell'ambito dei possedimenti coloniali della Repubblica di Venezia e con capitale Nasso. Con la conquista nel 1204 di Costantinopoli da parte della Quarta Crociata e la creazione di un nuovo Impero Latino a spese dello sconfitto Impero Bizantino, Venezia si era resa padrona di "un quarto e mezzo dell'Impero d'Oriente", espandendo i suoi possedimenti a creare un vasto impero marittimo che la rendeva padrona dell'Egeo e del Mediterraneo orientale . Nell'acquisire e organizzare i nuovi possedimenti la Repubblica veneziana adottò il sistema feudale degli alleati franchi , in tal modo incentivando l'intervento privatistico delle grandi famiglie patrizie nelle nuove colonie e garantendosi dunque un controllo indiretto delle stesse: l'interesse della Repubblica non era infatti tanto il dominio territoriale, quanto la disponibilità di basi numerose e sicure per la flotta e il controllo delle rotte commerciali. Il Ducato di Nasso venne creato nel 1207 da Marco Sanudo, uno dei partecipanti alla crociata e nipote del Doge Enrico Dandolo , che aveva rinunciato alla corona imperiale in favore di Enrico di Fiandra. Accompagnato da Marino Dandolo , Andrea e Geremia Ghisi , oltre che da Ravano delle Carceri, signore di Eubea, e Filocalo Navigajoso, Granduca di Lemno, con otto galee il Sanudo sbarcò a Potamidides conquistando Nasso: i Greci si ritirarono nella fortezza di Apalyros , sostenuti dai Genovesi , principali avversari di Venezia in Oriente, ma in breve anche quest'ultimo baluardo cadde. Nel 1210 , avuta ragione delle ultime sacche di resistenza, i Veneziani procedettero alla rapida occupazione del resto dell'arcipelago, che venne spartito tra i partecipanti alla spedizione. Assieme agli altri possedimenti veneziani sopravvisse al collasso dell'Impero Latino e alla restaurazione bizantina, quando il 25 luglio 1261 Michele VIII Paleologo riprese il trono di Costantinopoli. Sebbene la flotta bizantina, al comando dell'ammiraglio Licario riuscisse a riconquistare l'intero arcipelago tranne Nasso e Paro , nel 1310 il dominio veneziano poteva dirsi completamente ristabilito, dopo essere passato nel 1278 in vassallaggio del Regno di Napoli . Nel 1317 il ducato subì una violenta incursione della Compagnia Catalana e, nel 1383 una ribellione rovesciò i Sanudo, spianando la strada alla presa del potere da parte della famiglia dei Crispo. Intanto in Oriente Venezia iniziava a scontrarsi col nuovo pericolo rappresentato dall'Impero Ottomano e necessitava di un controllo sempre più stretto e diretto dei propri possedimenti coloniali, così nel 1418 Nasso divenne finalmente vassallo diretto della Repubblica di Venezia. Nonostante la strenua resistenza della Serenissima il potere turco erodeva piano piano il suo impero marittimo. Sempre più pressato dal nemico, il Ducato di Nasso prese a pagare tributo al Turco, finché nel 1566 il duca Jacopo IV venne deposto dal Sultano Selim II . Andro o Andros è un'isola della Grecia, la più settentrionale dell'arcipelago delle Cicladi . È lunga circa 40 chilometri e la larghezza massima è di circa 16 chilometri. La superficie è prevalentemente montagnosa con numerose valli e corsi d'acqua. A seguito della riforma amministrativa detta piano Kallikratis in vigore dal 2011 , l'isola è un' unità periferica nella periferia dell'Egeo Meridionale costituita dall'unico comune omonimo con 9.285 abitanti al censimento 2001. Apparteneva fino al 2010 alla prefettura delle Cicladi. Quasi dimenticata a est di Atene , lontana appena un fazzoletto di mare, Andros appare bellissima, come una benedizione e come una rivelazione. Un’ isola come nessun’altra , tra le Cicladi. Un dono della natura, che a tratti commuove . Scivola, dal ponte del traghetto la sua parte nord: la vedi disabitata e malinconica alla luce del tramonto, e nonostante le onde, si ascolta forte il silenzio. Solo qualche puntino bianco cattura la fantasia: colombaie , fattorie rustiche, qualche casa vacanza. Andros era potente, un tempo. Tanto da diventare addirittura il secondo porto della Grecia dopo il Pireo. Isola di capitani, armatori, marinai, i greci partivano da qui in cerca di nuove vite in America. Erano gli anni ’20, che hanno lasciato in eredità splendidi palazzi e un’atmosfera sopita e lontana. Nessuno, allora, pensava che quasi un secolo dopo la gente sarebbe ritornata, alla ricerca di sensazioni perdute e con una voglia di vacanza più vivace che mai. E allora Andros rivela al viaggiatore il suo tesoro di oggi, l’incredibile varietà della natura. Senza dimenticare la presenza di acqua e sorgenti in abbondanza, che, ne siamo sicuri, la renderà ricca anche quando l’era del turismo volgerà al termine. Amerai perderti tra fontane in marmo, fiumiciattoli dove nuotano ingenue tartarughe, grotte e terrazze fiorite. Fichi d’india, e bouganvillee, valli rocciose e mare scintillante. Mare che Andros cattura a sé, e che dispensa a pennellate generose, con panorami senza confini dai suoi vasti altipiani. Come Posidonio con il suo tridente, Andros sembra aver voluto far suo il meglio della Grecia insulare. È come se arpionasse con questa fiocina Karpathos e le sue spiagge, le Sporadi e i suoi villaggi dalle tegole rosse, e Creta con i sui spazi, in un insieme armonico e delicato allo stesso tempo. Il perché quest’isola sia pressoché sconosciuta al grande pubblico, è quindi un enorme punto di domanda. Per coloro che vogliano andare controcorrente, o semplicemente vogliano sentirsi un pò greci, (loro si che amano viverla ogni fine settimana), Andros è l’alternativa per eccellenza.

Πηγή: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Andro_(Grecia)

http://www.greciamia.it/isole-greche/isole-cicladi/andros/

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Cicladi

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Aigaion_Pelagos

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Ducato_di_Nasso

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