Τετάρτη 8 Μαρτίου 2017

La storia antica di Taranto : Fin dalla fondazione della città da parte degli Spartani fino alla periodo di Archita Tarantino

La storia di Taranto, intesa come città, ha inizio fin dall' VIII secolo a.C. con la fondazione di Taras, unica colonia degli Spartani. Ritrovamenti archeologici confermano la presenza di insediamenti appartenenti all' età del bronzo e del ferro (3500 anni a.c.). L'egemonia della città era legata alla grande potenza navale, al controllo del golfo (definito "di Taranto" per accordi di non belligeranza con l'impero romano) e alla cultura della Magna Grecia. « Dove è ora campagna, lì fu la capitale della Magna Grecia; dove è Taranto, là sorgeva una rocca ardita; tu Quinto Fabio Massimo, voi Goti e Saraceni non gloriatevi. Distruggeste crudelmente la città, ma potevate annullare le sue delizie, lo straordinario spettacolo della natura? »(Giuseppe Regaldi - Iscrizione del 1845).
La cronologia tradizionale assegna la data della fondazione di Taranto al 706 a.C. Le fonti tramandate dallo storico Eusebio di Cesarea, parlano del trasferimento di coloni Spartani in questa zona per necessità di espansione o per questioni commerciali. Questi, approdando sul promontorio di Saturo e fissando i primi insediementi portarono una nuova linfa di civiltà e di tradizioni. La struttura sociale della colonia sviluppò nel tempo una vera e propria cultura aristocratica, la cui ricchezza proveniva, probabilmente, dallo sfruttamento delle risorse del fertile territorio , che venne popolato e difeso da una serie di "phrouria ", piccoli centri fortificati. A differenza delle altre città della Puglia (come Bari e Brindisi), Taras (Taranto) non fu annessa all'impero romano se non centinaia di anni dopo la fondazione, anzi numerose guerre riportano eventi durante i quali l'esercito romano si ritirò sconfitto (vedi per es. Battaglia di Heraclea, Pirro). La leggenda racconta che nell'VIII secolo a.C., l'eroe spartano Falanto divenne il condottiero dei Partheni, cioè di quel gruppo di cittadini nati durante la guerra messenica, dell'aristocrazia al potere nella città di Sparta. Consultando l' Oracolo di Delfi prima di avventurarsi per mare alla ricerca di nuove terre, apprese che sarebbe giunto nella terra degli Iapigi, e che avrebbe fondato una città quando egli avesse visto cadere la pioggia da un cielo sereno e senza nuvole (in greco ethra). Falanto si mise in viaggio, fino a quando giunse nei pressi della foce del fiume Tara . Dopo i primi scontri con gli Iapigi che lo videro sconfitto, addormentatosi sul grembo della moglie, ella cominciò a piangere a dirotto ripensando alle difficoltà sopportate dal marito, bagnando con le sue lacrime il suo volto. L'oracolo si era avverato, una pioggia era caduta su Falanto da un cielo sereno: le lacrime della moglie Etra. Etra è un nome la cui origine etimologica è: cielo sereno. Sciolto l'enigma, l'eroe si accinse a fondare la sua città lì, presso l'insediamento iapigio di Saturo. Un'altra leggenda, complementare, racconta della nascita della città risalendo a circa 2000 anni prima di Cristo, ad opera di Taras, uno dei figli di Poseidone. Taras sarebbe giunto in questa regione con una flotta, approdando presso un corso d'acqua che poi da lui stesso avrebbe preso il nome: il fiume Tara. Sempre secondo questa leggenda, Taras avrebbe edificato una città che egli dedicò a sua madre Satyria o a sua moglie Satureia e che chiamò quindi Saturo. Un giorno Taras sarebbe scomparso nelle acque del fiume e dal padre sarebbe stato assunto fra gli eroi. L'antica Taranto ebbe un grande culto per il dio Poseidone e naturalmente nella città, non poteva non essere eretto un tempio dedicato a questa divinità. Più tardi, nel II millennio a.C., giunsero dal mare nuove popolazioni Arii, che, attratte dalla particolare conformazione della costa, costruirono le loro case su palafitte. Un po' alla volta gli Arii riuscirono a sottomettere le popolazioni locali ed a controllare tutto il territorio. Intorno al 500 a.C. la città era governata da un istituto di tipo monarchico. È noto infatti un re tiranno di nome Aristofilide ed una conflittualità politica tale da provocare un gran numero di esuli. L'ultimo re tarantino, legato ad una discendenza che prediligeva interessi di tipo esclusivamente agricolo, fu indotto per mentalità a tradurre erroneamente la grandezza della sua gente in potenza bellica. Per questo, continue furono le aggressioni condotte ai danni dei vicini Peucezi e Messapi, fino alla definitiva sconfitta subita da parte degli Iapigi nel 473 a.C., annoverata dallo storico greco Erodoto tra le più gravi sconfitte inflitte a popolazioni di stirpe greca. Questo evento provocò la crisi della classe aristocratica al potere, che non poté opporsi ad una rivoluzione istituzionale di tipo democratico, in quanto decimata dalla guerra: molti aristocratici furono uccisi e gli stessi Pitagorici vennero allontanati. Nella prima metà del V secolo a.C. la città subì una profonda trasformazione urbanistica. Si costruì infatti una nuova cinta difensiva e si ampliò la superficie monumentale, che raggiunse il suo culmine con la costruzione di un imponente tempio dorico sull' acropoli. La democrazia, tuttavia, confermò la politica aggressiva nei confronti del mondo esterno. Tra il 444 a.C. ed il 433 a.C. , la città intraprese una guerra per il possesso della Siritide contro la colonia panellenica di Thurii, conclusasi con l'accordo per la costituzione di una subcolonia mista di Thurini e Tarantini, che prese il nome di Heraclea , in cui, però, prevalse ben presto la componente dorica di Taranto. Verso la fine del secolo, Taranto si allineò alla politica di Sparta e, in occasione della guerra del Peloponneso contro Atene , pur non coinvolta direttamente nel conflitto, negò nel 415 a.C. l'approdo alle navi della flotta ateniese dirette verso la Sicilia. Il periodo di maggiore floridezza della città corrisponde al governo settennale di Archita, che segnò l'apice dello sviluppo tarantino ed il riconoscimento della preminenza sulle altre colonie greche dell'Italia meridionale.
Archita (Taranto, 428 a.C. - Mattinata, 360 a.C.) è stato un filosofo, matematico e politico greco antico. Appartenente alla "seconda generazione" della scuola pitagorica , ne incarnò i massimi principi secondo l'insegnamento dei suoi maestri Filolao (470 a.C. -390 a.C. /380 a.C.) ed Eurito (V secolo a.C.). Figlio di Mesarco (o di Estieo o di Mnesagora, a seconda delle fonti), nacque a Taranto, città della quale fu "stratego massimo" nella prima metà del IV secolo a.C. proprio nel periodo in cui la città raggiungeva l'apice del suo sviluppo economico, politico e culturale. Archita condusse una vita austera, improntata a uno stretto autocontrollo nel rispetto delle rigide regole della setta pitagorica, ma non priva di umana socievolezza: racconta Eliano che spesso quello s'intratteneva a scherzare con i figli dei suoi schiavi e con questi stessi non disdegnava di sedere assieme a banchetto. Abile uomo politico, si tramanda che fosse stato nominato per sette volte stratego (στρατηγός) della città-stato di Taranto riuscendo ad essere un condottiero sempre vittorioso nelle sue battaglie. Probabilmente fu anche stratego "autocrate" (autocrator) della Lega italiota, ricostituitasi dopo la morte di Dionisio I di Siracusa, e che ebbe come sede Eraclea sotto l'effettivo controllo di Taranto. Non si sa se, nonostante il divieto della costituzione cittadina,fosse stato nominato consecutivamente; i suoi mandati vengono datati tra il II e il III viaggio (367 -361) di Platone, quindi potrebbero essere stati ricoperti anche uno di seguito all'altro. Attuò una politica di sviluppo che portò Taranto a diventare la metropoli più ricca e importante della Magna Grecia. Con l'edificazione di monumenti, templi e edifici diede nuovo lustro alla città. Potenziò il commercio stringendo relazioni con altri centri, come l' Istria , la Grecia, l' Africa. Durante il suo governo, si dedicò allo sviluppo dell'economia favorendo l' agricoltura e insegnando egli stesso ai contadini i precetti per migliorare i raccolti. Dal 343 a.C. al 338 a.C. i Tarantini, dopo aver fondato una serie di phrouria tra le quali Pezza Petrosa , si scontrarono ancora con i Messapi, rimediando una sconfitta che culminerà con la morte del Re spartano Archidamo III, accorso, nel frattempo, in aiuto della città. Nel 335 a.C. , in occasione di una guerra contro i Lucani, i Bruzi ed i Sanniti, giunse Alessandro I detto il molosso, che riuscì a conquistare le città di Brentesion, Siponto, Heraclea, Cosentia e Paestum. Nel 303 a.C., allo scopo di frenare l'espansione di Taranto, i Lucani si allearono con Roma , che, tuttavia preferì concordare la pace; nei trattati stipulati fu inclusa una clausola in base alla quale veniva vietato alle navi romane di spingersi ad oriente oltre il Capo Lacinio.
Πηγή: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Archita

https://it.m.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Taranto

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