La storia della Sicilia greca (in greco antico Σικελία) si fa risalire convenzionalmente alla fondazione delle prime colonie, intorno alla metà dell' VIII secolo a.C. Il tentativo di unaSicilia dominata interamente da stirpi greche tramonterà definitivamente intorno al 276 a.C., con la cacciata dall'isola di Pirro, re dell'Epiro, che era riuscito a conquistare tutta l'isola tranne la cartaginese Lilibeo. Di lì a poco l'isola cadrà in mano dei Romani. I Greci di Sicilia erano detti Sicelioti.Secondo lo storico greco Tucidide, le prime fondazioni coloniali furono opera di aristoi, aristocratici esclusi dalle città dopo le lotte intestine seguite al ritorno dalla guerra di Troia; era infatti difficile armare una nave anche piccola senza capitali. Tuttavia la scelta dei primi siti evidenzia soprattutto una strategia di tipo commerciale: Messina, Naxos, Reggio, Catania, Siracusa sono tutti porti che si trovano lungo una delle rotte commerciali più importanti del tempo ed assumono una funzione sia di base che di controllo.Che un'antica rotta marina attraversasse lo Stretto di Messina non è attestato solo dal fatto che le più antiche colonie greche in Sicilia si situino tutte lungo la costa orientale dell'isola, ma anche dal fatto che esse furono precedute in Magna Grecia dalla prima colonia, la più antica, quella di Cuma (circa 750 a.C.), sulla costa tirrenica della Campania. Cuma era stata preceduta a sua volta, qualche decennio prima, dall’emporion di Pithecusae (Lacco Ameno, Ischia). A Ischia (Casamicciola - Castiglione) sono stati trovati frammenti ceramici micenei riferibili al Miceneo III A(1425-1300 a.C.) che forniscono una testimonianza di insediamenti dell'epoca. E nella vicina isola di Procida, a Vivara, sono stati rinvenuti insediamenti dell' età del bronzo caratterizzati da ceramica d'impasto locale associata a frammenti di ceramica micenea risalente al Miceneo I (1580-1400 a.C. ca.) e scorie ferrose; queste sono risultate, alle analisi, provenienti dall' isola d'Elba. Tutto ciò testimonia che la rotta marina attraverso lo Stretto esisteva fin dall'epoca micenea ed era dovuta alla necessità che avevano le genti greche di approvvigionarsi di metalli -ferro in primo luogo - che esse andavano a procurarsi in Toscana. Le città greche da cui i coloni provenivano, le metropoleis in genere erano anche origine del nome delle città fondate, le poleis. Queste, una volta consolidate, creavano delle sottocolonie a scopo militare o commerciale. Akrai e Casmene furono infatti probabili avamposti militari di Siracusa.Il ritiro di Timoleonte dalla scena politica condusse ben presto ad un altro periodo di instabilità. Erano soprattutto conflitti di classe interni tra l'oligarchia al potere e il popolo di Siracusa. Scoppiarono anche guerre tra le città e ciò spianò la strada nel 317 a.C. al lungo regno di Agatocle che in queste guerre ebbe una parte rilevante. Era finita, sia in Grecia che in Sicilia, la lunga stagione di autonomia ed autogoverno delle città ed erano nate le monarchie ellenistiche. La sua presa del potere a Siracusa avvenne con l'aiuto di veterani di Morgantina e di altre città dell'interno, durante due giorni di insurrezione popolare. Vennero uccise 4.000 persone di rango elevato ed esiliate altre 6.000 (secondo Diodoro); al termine, Agatocle venne eletto comandante unico e con pieni poteri. Come tutti i demagoghi promise la cancellazione dei debiti e la divisione delle terre. Nonostante le scarse notizie a disposizione, sembra che Agatocle abbia mantenuto le promesse. Le crudeltà a lui attribuite sembrano dirette infatti solo verso la classe degli oligarchi e mai verso il popolo e comunque sembrerebbero limitate ai primi tempi (secondo Polibio). La Sicilia prosperò di nuovo; tuttavia il suo primo decennio fu segnato da conflitti con le oligarchie di Akragas, Gela e Messina appoggiate da Cartagine che nel 311 a.C. invase nuovamente la Sicilia. Agatocle assediato a Siracusa, a metà agosto del 310 a.C., affidata la difesa della città al fratello Antandro, salpò con 14.000 uomini e 60 navi per invadere il Nord africa. Bruciate le navi all'arrivo, stabilì la sua base a Tunisi, minacciando direttamente Cartagine. Amilcare, costretto a rimandare una parte degli uomini indietro, subì una pesante sconfitta, venne catturato e torturato a morte, poi la sua testa fu inviata ad Agatocle in Africa. Per attaccare, tuttavia, Agatocle aveva bisogno di altre truppe; alleatosi con Ofella, vecchio ufficiale di Alessandro Magno che governava la Cirenaica, ebbe disponibili ulteriori 10.000 fanti e cavalieri, di cui prese il comando dopo aver fatto assassinare, per motivi non noti, lo stesso Ofella. Con queste forze espugnò Utica e Hippon Akra, catturando una grande forza navale con i suoi cantieri e le sue basi; ma non gli riuscì di espugnare Cartagine. Notizie di insurrezioni in Sicilia nel 307 a.C. lo costrinsero a ritornare per domarle; ritornato in Africa, a causa dell' esaurimento delle risorse e del deterioramento del morale delle truppe, nel 306 a.C. trattò la pace. Cartagine manteneva Eraclea Minoa, Termini, Solunto, Selinunte e Segesta, ma rinunciava ai programmi di espansione. Fu a questo punto che assunse per se il titolo di re di Sicilia adeguandosi al nuovo uso ellenistico; nulla mutava di fatto, ma cambiavava la sua immagine nei rapporti di "politica estera". Si dedicò a questo punto ad estendere il suo regno in Italia, conquistò Leucade e Corcira, dandola poi in dote alla figlia quando questa sposò Pirro, il re dell'Epiro. Prese poi per terza moglie una figlia di Tolomeo d' Egitto. Sotto il suo lungo regno la Sicilia prosperò e le tracce archeologiche lo confermano. A settantadue anni, nel 289 a.C. venne assassinato per rivalità familiari di successione, ma dopo la sua morte tutto si dissolse rapidamente a causa dell'anarchia e delle lotte che seguirono. Tra le tante lotte, è da ricordare quella tra i cittadini di Siracusa e un gruppo di mercenari italici chiamati Mamertini. Per convincerli ad andarsene, venne loro offerto il porto di Messina, di cui si impadronirono massacrandone la popolazione maschile e spartendosi donne e bambini. Si resero subito protagonisti di razzie anche nel territorio e divennero un pericolo costante. Attaccarono anche Camarina e Gela. Nel 282 a.C., approfittando di ciò, Finzia tiranno di Akragas distrusse definitivamente Gela e ne deportò la popolazione a Licata, che ricostruì in puro stile greco con mura, agorà e templi. Due anni dopo Siracusa attaccò e sconfisse Akragas, facendo scorrerie nel territorio ma questo provocò una nuova invasione cartaginese. È a questo punto che si inserisce nella storia di Sicilia Pirro il re deiMolossi dell'Epiro. Intervenuto nel 280 su richiesta di Taranto minacciata daiRomani, dopo averli sconfitti (con molte perdite però), rispose agli appelli che provenivano dalle città siciliane. Nel 278 a.C. sbarcò a Taormina, accolto dal tiranno Tindarione: armate 200 navi e un grosso esercito in due anni cacciò i Mamertini e ripulì l'isola dai Cartaginesi. Non riuscì nell'assedio di Lilibeo, la piazzaforte marittima dei punici, ma presto dovette ritornarsene in Italia.La Sicilia (provincia Sicilia in latino) fu una provincia romana. Essa comprese la Sicilia e le rimanenti isole dell' arcipelago siciliano (incluso pertanto l' arcipelago maltese), anche se inizialmente rimasero formalmente indipendenti la Siracusa di Gerone II e Messina.La dominazione romana in Sicilia prende le mosse dalla vittoria di Torquato Attico eCatulo sulle truppe cartaginesi di Annone nella battaglia delle isole Egadi (combattuta, secondo la tradizione riportata da Flavio Eutropio e da Giovanni Zonara, il 10 marzo 241 a.C.), che chiuse, in favore dei Romani, la prima guerra punica. L'isola fu il primo territorio conquistato dalla Repubblica romana fuori dalla penisola italica e per questo diede luogo ad una nuova forma di amministrazione, forse ricalcata in parte sul modello che i Cartaginesi usavano per l' isola. Anche se è certamente in Sicilia che risiedono le premesse del nuovo istituto della provincia, non è chiaro se la Sicilia sia stata creataprovincia per prima (in un qualche momento tra il 241 e il 227 a.C.) o se invece fu creata tale nel 227, in contemporanea alla provincia Sardinia et Corsica, quando ai già esistentipraetor urbanus (creato nel 366 a.C.) e praetor peregrinus (creato nel 242 a.C.) si aggiunsero due praetores provinciales, uno per la provincia Sicilia e uno per la provincia Sardinia et Corsica. L' isola sperimentò poi diverse ristrutturazioni amministrative, a partire dal 210 a.C., quando Marco Valerio Levino tolse l'autonomia alle poleis siceliote e conquistò anche la parte orientale dell'isola, di modo che la parte centro-occidentale prese il nome di vetus provincia, come testimonia Livio (XXIV, 44, 4).La Sicilia fu conquistata dai barbari di Odoacre dopo la caduta dell' Impero romano d'Occidente. Nel 468 sotto il re Genserico, i Vandali dell'Africa conquistano la Sicilia e laSardegna. I Vandali restituirono l'isola a Odoacre dietro compenso di un grosso tributo, ma più tardi re Teodorico re degli ostrogoti che nel 493 aveva ucciso Odoacre, prendendo il suo posto nel governo dell'Italia, non mantenne l'impegno, rifiutandosi anche di restituire l'isola ai vandali. Nel 535, durante la guerra gotica, l'isola fu occupata da Belisario e fu annessa all' Impero bizantino. In particolare la conquista di Palermo venne raggiunta grazie a un'astuzia: le scialuppe vennero alzate con funi e carrucole fino alla cima degli alberi delle navi, e furono riempite da arcieri, che da quella posizione dominavano le mura della città. Giunto a Siracusa, Belisario distribuì trionfante medaglie d'oro alla plebe, che essendo scontenta della dominazione gota, aveva accolto Belisario da liberatore. Belisario svernò a Siracusa, nel palazzo degli antichi re della città. Nell'aprile del 536, ritornò in Africa per sedare una rivolta delle legioni africane; prima di riuscire a sconfiggere definitivamente i ribelli, fu costretto tuttavia a ritornare in Sicilia per sedare un ulteriore ribellione scoppiata in Sicilia; posta fine anche a questa ribellione, il generale bizantino salpò da Messina per iniziare la conquista anche della penisola italiana. La nuova provincia romano-orientale di Sicilia era governata da un pretore; le tasse venivano invece riscosse da un conte del patrimonio dell'Italia. Belisario in pochi anni conquistò quasi tutta l'Italia, e fece prigioniero il re dei Goti Vitige.Nel 554 con la fine della guerra, l'Italia intera venne annessa all' Impero romano d' Oriente. La Sicilia non entrò a far parte della Prefettura del pretorio d'Italia, che nel 584 ca. con la riforma degli esarcati di Maurizio divenne un Esarcato; essa costituì una provincia indipendente dall'esarca di Ravenna. La provincia romano-orientale di Sicilia, così come stabilito dalla Novella 75 del 537, era governata da un governatore civile che dipendeva direttamente dal Quaestor Sacri Palatii, mentre l'esercito era comandato da un duxdipendente dal magister militum per Orientem; successivamente (fine VII secolo) i poteri civili e militari vennero accentrati nelle mani dello strategos, il comandante civile e militare delle province bizantine da Eraclio in poi. La conquista islamica della Sicilia avvenne dall'827 con lo sbarco a Mazara del Vallo, al 902, anche se l'ultima città bizantina a cadere fu Rometta il 5 maggio 965, che aveva continuato a resistere da sola, ultima città rimasta del thema di Sikelia.Il 14 giugno 827, le flotte alleate salparono dalla baia di Sousse, e dopo tre giorni raggiunsero Mazara nella Sicilia sudoccidentale, dove avvenne lo sbarco il 16 giugno 827, al comando di Asad ibn al-Furāt. Essi si unirono con soldati fedeli a Eufemio, ma l'alleanza presto cominciò a deteriorarsi: un distaccamento musulmano scambiò alcuni dei partigiani di Eufemio con truppe lealiste, e ne seguì uno scontro con esse. Anche se alle truppe di Eufemio fu ordinato di collocare un segno distintivo sui propri elmetti, Asad annunciò la sua intenzione di condurre la campagna senza di essi. Subito dopo, Balaṭa, che sembra aver assunto le funzioni, se non il titolo, dello strategos imperiale sull'isola, condusse la propria armata a scontrarsi con gli invasori. Le due armate si scontrarono in una pianura a sudest di Mazara, dove le truppe di Asad, dopo esortazioni dal loro comandante, conseguirono una vittoria. Balaṭa fu così costretto al ritiro dapprima a Enna e poi in Calabria, forse con la speranza di reclutare nuove truppe. Tuttavia, perì qui poco dopo il suo arrivo. Nel frattempo Asad lasciò Mazara sotto Abū Zakī al-Kinānī, e si rivolse verso Siracusa: l'esercito musulmano avanzò lungo le coste meridionali in direzione della capitale dell'isola, ma a Qalʿat al-Qurra (forse l'antica Acrae), ricevette un'ambasceria proveniente dalla città che offrì un tributo in cambio dell'arrestamento dell'avanzata musulmana. La proposta fu congegnata probabilmente per guadagnare il tempo necessario alla città per prepararsi meglio a un eventuale assedio, ma Asad, o persuaso dalle assicurazione degli emissari o necessitando di far riposare le proprie truppe, arrestò la sua avanzata per alcuni giorni. Al contempo, Eufemio cominciò a pentirsi della sua alleanza con gli Aghlabidi, e aprì segretamente contatti con gli imperiali, esortandoli a resistere agli Arabi. Il dominio islamico sulla Sicilia (Ṣiqilliyya) iniziò a partire dallo sbarco a Mazara del Vallo nell' 827 e terminò con la caduta di Noto nel 1091.
Cessò di esistere nel 1072 con la presa di Palermo da parte dei normanni.
Precedentemente, intorno al 700, era stata occupata l' isola di Pantelleria da ʿAbd al-Malik b. Qaḥṭān. Nello scenario di discordie e di instabilità creatosi, con l'emiro zirida Abd Allāh che nel 1036 aveva preso possesso l'isola contro i kalbiti, i Bizantini tentarono nel 1038 una riconquista con Stefano, fratello dell'imperatore Michele IV il Paflagone, alcune truppe normanne ed esuli lombardi, guidate dal generale Giorgio Maniace. La spedizione fu un insuccesso da un punto di vista strategico ma i risultati tattici conseguiti furono di grande importanza. Maniace infatti fu richiamato in patria nel 1043 a causa delle invidie che le sue imprese avevano suscitato e non poté più riprendere in Sicilia le sue azioni militari.
L 'imperatore bizantino Michele IV il Paflagone, volle iniziare una campagna di riconquista della Sicilia dagli arabi, che venne affidata al generale Giorgio Maniace. Alla fine dell'estate del1038, sbarcò nell'isola, dove in brevissimo tempo occupò Messina. Successivamente la spedizione si diresse verso l'antica capitale dell'isola, Siracusa, che resistette fino al 1040. Quello stesso anno Maniace tra Randazzo e Troina sconfisse le truppe musulmane di un non meglio identificato ʿAbd Allāh ma poco dopo una rivolta interna lo costrinse ad abbandonare la Sicilia e a ritirarsi in Puglia.
Πηγή:https://it.m.wikipedia.org/wiki/Storia_della_Sicilia_greca
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Sicilia_(provincia_romana)
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Storia_della_Sicilia_bizantina
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Conquista_islamica_della_Sicilia
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Storia_della_Sicilia_islamica
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Ελληνική ιστορία και προϊστορία
Σάββατο 30 Ιανουαρίου 2016
La storia della Sicilia greca : Sikelia antica e medievale(bizantina)
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