La battaglia dello Scultenna fu combattuta nel 643 presso il torrente Scoltenna (anticamenteScultenna), il principale tratto sorgentizio del Panaro, tra l'esercito del re dei Longobardi Rotari e quello dell' esarca di Ravenna Isacio. Lo scontro fu vinto dal sovrano longobardo, mentre il suo avversario cadde sul campo; la vittoria consentì ai Longobardi di estendere i propri domini alla Lunigiana e alla Liguria e di completare la conquista della Æmilia.
La battaglia si insedia nell'ambito delle conquiste militari del re ariano con il fine non tanto di espandere il Regno longobardo, quanto di consolidarne i confini esterni: infatti, in quello stesso anno oltre ad assoggettare le coste liguri assediò e distrusse Oderzo per questioni tattiche.
Il sovrano longobardo approfittò di un momento di difficoltà dell' Impero bizantino, indebolito dalle invasioni arabe e dalla crisi sul monotelismo, per tentare di assoggettare i territori rimasti in mano bizantina e incuneati nel corpo centrale del regno: l' Esarcato di Ravenna con le sue propaggini venete fino a Oderzo a est, e la Liguria e la Lunigiana a ovest. Sia l'Origo gentis Langobardorum, sia Paolo Diacono sostengono che le perdite bizantine raggiunsero le ottomila unità, una cifra eccezionale per l'epoca. Tale dato, tuttavia, è messo in dubbio dalla moderna storiografia: sia perché Rotari, nonostante un trionfo che avrebbe raggiunto tali proporzioni, non riuscì comunque a conquistare l'Esarcato, sia perché tale cifra risulterebbe in ogni caso del tutto sproporzionata alle reali dimensioni degli eserciti dell'epoca, composti da poche migliaia di guerrieri. La battaglia si svolse presso il torrente Scoltenna (anticamente "Scultenna"), il principale ramo sorgentizio del fiume Panaro che nasce dal monte Rondinaio e scorre per una trentina di chilometri nell' Appennino emiliano. La battaglia fu combattuta verso la fine del mese di novembre del 643 e si concluse probabilmente con la morte dell'esarca Isacio, comandante dei Bizantini. Il dato di ottomila guerrieri caduti da parte bizantina è ritenuto inattendibile da parte della moderna storiografia, che lo intende semplicemente come indicatore non numerico della netta vittoria conseguita da Rotari. Secondo Fredegario le campagne di Rotari, nel cui quadro si inserisce la battaglia dello Scultenna, furono caratterizzate da gravi crudeltà con saccheggi, incendi, spogliazioni e distruzioni; la popolazione sottomessa sarebbe stata addirittura ridotta in schiavitù. La storiografia moderna, tuttavia, ridimensiona tale descrizione drammatizzata, ritenendola frutto per lo più della sorpresa dei testimoni, che dopo un quarantennio di relativa pace dovettero tornare ad assistere alle asperità belliche; la riduzione in schiavitù, in particolare, risulta del tutto incompatibile con le modalità dell'insediamento longobardo in Italia, a settant'anni dalla conquista, tanto che non esiste alcuna altra testimonianza in merito a tale pratica. La battaglia rappresentò un passaggio fondamentale delle campagne di conquista di Rotari, che si conclusero con un notevole ampliamento dei confini del regno longobardo. Presso il luogo della battaglia, la città di Modena - già effimeramente occupata alla fine del VI secolo - passò definitivamente sotto il pieno controllo longobardo e lo Scoltenna restò per più di un secolo la frontiera tra il Regno e l'Esarcato: una situazione che segnò significativamente le vicende successive di quelle terre, delimitate proprio dal corso del fiume Scoltenna-Panaro.
La stabilizzazione territoriale più interna avrà come conseguenza un rifiorire favorevole dell'urbanizzazione ed una ripresa dell'economia.
Πηγη: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Battaglia_dello_Scultenna
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