Il moderno termine archeologico elladico serve ad identificare una sequenza di periodi che caratterizzano la cultura della Grecia antica continentale durante l' età del bronzo. Il termine è usato comunemente in archeologia e storia dell'arte, ed intende completare due termini paralleli: il cicladico, che identifica approssimativamente la stessa sequenza riferita all' età del bronzo egea e minoica, riferita alla civiltà di Creta. Lo schema si applica principalmente alla ceramica ed è un sistema di datazione relativo. La ceramica di ogni dato sito può essere ordinata tipicamente in antica, media e tarda in base allo stile e alla tecnica. La finestra di tempo complessiva permessa per il sito viene dunque divisa in questi periodi in modo proporzionale. Per quel che risulta, vi è una corrispondenza tra "antico" su tutta la Grecia, ecc. Anche alcune "date assolute" o date ottenute con metodi non-comparativi possono essere utilizzate per datare i periodi. Le date assolute sono preferibili ogni qual volta possono essere ottenute. Tuttavia, la struttura relativa venne suddivisa prima dell'età ottenuta con la datazione del carbonio. Generalmente solo le date relative sono ottenibili, formando così una struttura per la caratterizzazione della preistoria greca. Gli oggetti sono in genere datati dalla ceramica del sito trovata in contesti associativi. Anche altri oggetti possono essere riordinati in antico, medio e tardo, ma la ceramica, comunque, viene utilizzata come un marcatore. I tre termini Elladico, Cicladico e Minoico si riferiscono al luogo di origine. Di conseguenza gli oggetti del Medio Minoico possono essere trovati nelle Cicladi, ma non sono influenti sul Medio Cicladico. Lo schema tende ad essere meno applicabile in aree periferiche dell'Egeo, come il Levante, poiché la ceramica in questo caso potrebbe andare ad imitare quella elladica o minoica ed essere per di più fabbricata localmente. Lo schema "antico", "medio" e "tardo" può essere applicato a livelli differenti. Piuttosto che usare tali termini incomodi (come per es. "antichissimo" o "molto antico") gli archeologi per convenzione usano I, II, III per il secondo livello; A, B, C per il terzo livello; 1, 2, 3 per il quarto livello e a, b, c per il quinto. Non tutti i livelli sono presenti in ogni sito. Se i livelli aggiuntivi sono richiesti, può essere aggiunto un altro "antico", "medio" o "tardo". L' Antico elladico è contrassegnato dall'apparizione in Grecia di una popolazione agricola che probabilmente non parlava una lingua indoeuropea. Molto poco si conosce di questa società, eccetto il fatto che le tecniche di base della lavorazione del bronzo furono per prima sviluppate in Anatolia, e furono comunque mantenuti i contatti culturali con l'Anatolia occidentale. La loro apparizione coincide con l'inizio dell'età del bronzo in Grecia. Il periodo dell'antico elladico corrisponde al tempo dell'Antico Regno in Egitto. I siti importanti dell'Antico Elladico sono raggruppati sulle rive egee della Grecia continentale, in Boeozia e Argolide (Lerna, Pefkakia, Tebe, Tirinto) o sulle isole come Egina (Kolonna) ed Eubea (Lefkandi, Manika) e sono contrassegnati da ceramica che mostra influenze anatoliche occidentali e dall'introduzione della versione del tornio da vasaio veloce. La grande "casa lunga" chiamata megaron viene introdotta nell'AE II. L'infiltrazione di modelli culturali dall'Anatolia non fu accompagnata dalla vasta distruzione del sito. Nessun materiale simile dell'Antico Elladico è stato ancora positivamente identificato all'interno del Peloponneso. L'Antico Elladico I, periodo noto anche come "cultura di Eutresis" è caratterizzato dalla presenza di ceramiche rosse e brunite a Korakou e altri siti (erano tuttavia molto rari in questo periodo gli oggetti di metallo). In termini di ceramiche e modelli di insediamento, c'è una considerevole continuità tra il periodo AEI e il precedente periodo finale del Neolitico; i cambiamenti nell'ubicazione degli insediamenti durante il periodo AEI sono attribuiti a variazioni nelle pratiche economiche. La transizione fra l'Antico Elladico I e l'Antico Elladico II avvenne rapidamente e senza rotture di continuità nel momento in cui furono sviluppate molteplici innovazioni socio-culturali come la metallurgia (es. lavorazione del bronzo), le fortificazioni e l'architettura monumentale. I cambiamenti insediativi durante il periodo AEII furono accompagnati da alterazioni nelle pratiche agricole (es. aratro trainato da buoi). Il periodo dell'Antico Elladico II finì con la distruzione della "Casa di Campagna", una casa a corridoio. La natura della distruzione dei siti AEII fu inizialmente attribuita a un'invasione di Greci e/o indo-europei durante il periodo Antico Elladico III; tuttavia non si pensa più così per via della mancanza di uniformità nella distruzione dei siti AEII e della presenza di una continuità AEII-AEIII-ME in insediamenti quali Lithares, Phlius, Manika, ecc. Inoltre, la presenza di elementi culturali nuovi/intrusivi come case absidali, ancore di terracotta, tumuli rituali e sepolture intramurali precedono il periodo AEIII e sono attualmente attribuiti a sviluppi indigeni (es. le ancore di terracotta in Beozia, i tumuli rituali ad Ayia Sophia in Tessaglia), così come ai continui contatti tra la Grecia continentale e altre regioni quali l'Asia Minore, le Cicladi, l'Albania e la Dalmazia. Sembra che anche i cambiamenti climatici abbiano contribuito alla significativa trasformazione culturale della Grecia tra il periodo AEII e l'AEIII (attorno al 2200 a.C.). In Grecia, il periodo del Medio Elladico inizia con l'apparizione su vasta scala della ceramica minia , che può non essere direttamente relazionata al popolo che gli antichi storici greci chiamavano Mini ; un gruppo di ceramica monocroma lucidata proveniente da siti del Medio Elladico (e AE III) venne convenzionalmente qualificata come ceramica "minia" dallo scopritore di Troia Heinrich Schliemann. Fino al 1960 circa, la ceramica minia grigia era spesso identificata come la ceramica degli invasori nordici che distrussero la civiltà dell'Antico Elladico, nel 1900 a.C. ca., introducendo la cultura materiale del Medio Elladico nella penisola greca; gli scavi a Lerna hanno rivelato che lo sviluppo degli stili di porcellana sono stati continui. In generale, le decorazioni della ceramica dipinta sono rettilinee e astratte fino al Medio Elladico III, quando le influenze cicladiche e minoiche ispirarono una varietà di motivi curvilinei e anche realistici (ovvero rappresentanti la realtà). Il periodo del Medio Elladico corrisponde nel tempo al Medio Regno d'Egitto. Gli insediamenti tendevano sempre più ad avvicinarsi e ad essere situati sulle sommità di colline. I siti del Medio Elladico sono localizzati in tutto il Peloponneso e la Grecia centrale (inclusi i siti all'interno dell'Etolia come Thermon) fino ad arrivare alla valle del fiume Spercheios. Malthi in Messenia è il solo sito del Medio Elladico ad essere stato interamente scavato, ma quello di Lerna V sarà il sito tipo, quando esso verrà pubblicato (Rutter). Il Tardo Elladico è il tempo quando la Grecia micenea fioriva, sotto le nuove influenze della Creta minoica e delle Cicladi. Coloro che fecero la ceramica del TE talvolta incisero le loro opere con testi sillabici, in lineare B, decifrata come greco. Il TE viene diviso in I, II, e III; di cui I e II si sovrappongono alla ceramica del Tardo Minoico e il III la superò. Il TE III viene ulteriormente suddiviso in IIIA, IIIB e IIIC. La tabella sottostante fornisce le date approssimate delle fasi del Tardo Elladico (TE) riguardanti la Grecia continentale. La ceramica del TEI è nota per la sua abbondanza nelle tombe a pozzetto di Lerna e gli insediamenti di Voroulia e Nichoria (Messenia), Ayios Stephanos, (Laconia) e Korakou. Furumark divise il TE nelle fasi A e B, ma il TEIB di Furumark è stato riassegnato al TEIIA da Dickinson. Alcune recenti date fornite dal C-14 riguardanti il sito di Tsoungiza a nord di Micene indicano che il TEI andrebbe datato in un arco di tempo che va da 1675/1650 a.C. al 1600/1550 a.C., il quale è più antico delle date assegnate dalla porcellana di circa 100 anni. L' Eruzione di Thera accadde anche durante il TEI (e il TCI e il TMIA), diversamente datata a 1650-1625 a.C. Non trovata a Thera, ma estesa nel tardo TEI dalla Messenia (e quindi verosimile che incominci dopo l'eruzione), è una cultura materiale nota come "TEI peloponnesiaca". Questa è caratterizzata dalle "alte tazze imbutifomi di Keftiu di tipo III"; "piccole forme chiuse come brocche decorate con anelli incisi ('racchette') o semplici spirali"; "motivi luminosi dipinti con figure scure su fondo chiaro", che "includono i piccoli tipi di spirali semplici collegate come una varietà di spirale a uncino o a onda (con o senza piccoli punti), forme di anelli incisi e doppia ascia, e file supplementari di piccoli punti e singole o doppie linee ondeggianti"; non escluso il "modello a onda" sulle tazze di "Keftiu". Queste innovazioni locali continuarono negli stili del TEIIA in tutta la Grecia continentale. La descrizione del TEIIA è principalmente basata sul materiale proveniente dal vicolo orientale di Kourakou. Le forme domestiche e palaziali sono distinte. Ci sono forti collegamenti tra il TEIIA e il TMIB. Il TEIIB inizià prima della fine del TMIB, e vede un dimimuzione delle influenze cretesi. Gli assemblaggi del puro TEIIB sono rari e originano da Tirinto, Asine e Korakou. Le date del C-14 controllate a Tsoungiza indicano che il TEII debba essere datato nell'arco di tempo compreso tra 1600/1550 e 1435/1405 a.C., il cui inizio è più antico di quello assegnato alla data della ceramica di circa 100 anni, ma la cui fine corrisponde quasi alla fase della ceramica. In Egitto, i periodi del TEII corrispondono all'inizio del suo periodo "imperiale", da Hatshepsut a Thutmose III. Il TEIII e il TMIII sono contemporanei. Verso il TMIIIB, la ceramica non elladica dell'Egeo cessa di essere omogenea; nella misura in cui il TMIIIB differisce dall Elladico, andrebbe presa più in considerazione una variante "post-minoica" del TEIIIB.ТLa ceramica uniforme e largamente estesa del TEIIIA:1 era originariamente definita dal materiale della "casa con rampa" a Micene, dai palazzi a Tebe (adesso datati al TEIIIA:2 o TEIIIB dalla maggior parte dei ricercatori) e Triada a Rodi. C'è materiale ad Asine, Atene (pozzi), Sparta (Menelaion), Nichoria e nel Bothros d'Atreo, come pure i rottami sigillati sotto il Dromos del tesoro di Atreo a Micene. Le date del C-14 per Tsoungiza indicano che il TEIIIA:1 sarebbe leggermente più antico della fase della ceramica, 1435/1406 a.C. a 1390/1370 a.C., ma comunque meno di 50 anni. La ceramica del TEIIIA:1 è stata anche trovata nel sito di Maşat Höyük nell'Anatolia ittita. La ceramica del TEIIIA:2 segna un'espansione micenea che copre la maggior parte del Mediterraneo orientale. Ci sono molte nuove forme. I motivi della ceramica dipinta continuano dal TEIIIA:1 ma mostrano una grande quantità di standardizzazione. In Egitto, il sito di Amarna contiene la ceramica del TEIIIA:1 durante il regno di Amenhotep III e la ceramica del TEIIIA:2 durante quello di suo figlio Akhenaton ; esso ha anche gli inizi più semplici del TEIIIB. La ceramica del TEIIIA:2 si trova nel relitto dell'Uluburun, che affondò nel XIV secolo a.C. D'altra parte, le date riguardo a Tsoungiza sono più arcaiche, da 1390/1370 a 1360/1325; ma esiste anche la ceramica del TEIIIA:2 in uno strato bruciato di Mileto risalente all'inizio del regno di Mursilis II e quindi alcuni anni prima dell'eclissi di Mursili nel 1312 a.C. Il periodo di transizione tra il IIIA e il IIIB inizia dopo il 1320 a.C., ma non molto dopo (Cemal Pulak suppone prima del 1295 a.C.). La definizione del TEIIIB di Furumark era principalmente basata sui reperti delle tombe e il materiale dell'insediamento di Zygouries. Esso è stato diviso in due sotto-fasi da Elizabeth B. French , in base ai reperti di Micene e le mura occidentali di Tirinto. Gli assemblaggi del TEIIIB:2 sono sparsi, dato che la ceramica dipinta è rara nelle tombe e anche molti insediamenti di questo periodo finirono con l'essere distrutti, lasciando dietro di loro soltanto pochi vasi interi. La ceramica del TEIIIB viene associata, nei palazzi della Grecia continentale, agli archivi della Lineare B. (La Lineare B fu in uso a Creta fin dal Tardo Minoico II). Il limite di demarcazione TEIIIA/B proposto da Pulak avrebbe fatto il periodo del TEIIIB contemporaneo ai rinascenti ittiti in Anatolia che seguono l' eclissi di Mursili ; alla XIX dinastia in Egitto, nota anche come la Ramesside; e all'influenza dell'Assiria sui Mitanni, nella Mesopotamia settentrionale. La fine del TEIIIB viene associata con la distruzione di Ugarit, le cui rovine contengono l'ultima di quella ceramica. La data di Tsoungiza per la fine del TEIIIB e 1200/1190 a.C. L'inizio del TEIIIC, dunque, è adesso comunemente stabilito nel regno della regina Tausert. Il TEIIIC è stato diviso in TEIIIC:1 e 2 d Furumark, basandosi sui nateriali delle tombe di Micene, Asine, Cefalonia e Rodi. Negli anni '60, gli scavi della Cittadella a Micene e a Lefkandi nell'Eubea fruttarono materiale stratificato. C'è una gran quantità di variazione regionale nel TEIIIC, specialmente nelle fasi più tarde. La ceramica del tardo TEIIIC viene trovata nel VII strato di Troia e in pochi pezzi a Tarsus (in Cilicia). Essa veniva fatta anche localmente negli insediamenti della Palestina di Ashdod, Ashkelon, Ekron, Gath e Gaza. Le analisi multivariate di dati craniometrici derivanti dal materiale scheletrico elladico indicano una forte omogeneità morfologica nei campioni osteologici dell'età del bronzo, smentendo l'ipotesi dell'afflusso di popolazioni straniere nei periodi dell'Antico e del Medio Elladico; in ultima analisi, gli abitanti dell'età del bronzo della Grecia continentale rappresentano una singola e omogenea popolazione di provenienza mediterranea.
La civiltà cicladica è una cultura dell'antica età del bronzo che fiorì nel Mare Egeo e più precisamente nelle isole Cicladi, nel periodo compreso tra il 3200 e il 2000 a.C. L'espressione "Civiltà cicladica" è stata coniata dall'archeologo greco Christos Tsountas, che nel 1898 -99 esplorò numerosi siti di sepolture in numerose isole Cicladi. La cultura cicladica del tardo neolitico e dell'antica età del bronzo è nota soprattutto per i suoi idoli femminili schematici e piatti, intagliati nel puro marmo bianco delle isole secoli prima della grande ascesa della cultura minoica a Creta. Queste figure sono state rubate dalle sepolture per soddisfare il mercato delle antichità cicladiche a partire dall'inizio del XX secolo. Solo una parte, circa il 40%, delle 1.400 statuette ritrovate sono di origine nota, siccome i razziatori hanno distrutto le evidenze relative al resto La vita nelle Cicladi, in base ad una ricostruzione storica, doveva essere semplice e sobria rispetto alla vita cretese. Nell'Egeo occidentale, prima del 4000 a.C., sorse una particolare cultura neolitica che amalgamava elementi anatolici e della Grecia continentale, la quale si sostentava con farro, orzo selvatico, pecore, capre e tonni che venivano infilzati da pescatori su piccole imbarcazioni. Tra i siti di scavo si hanno Saliagos e Kephala (sull'isola di Ceo), i quali hanno evidenziato segni di lavorazione del rame. Ognuna delle piccole isole cicladiche non poteva sostentare più di poche migliaia di abitanti, sebbene i modelli di barca del Tardo Cicladico mostrano che potessero essere assemblati cinquanta rematori tra le comunità disperse. Quando ascese la ben organizzata cultura palaziale di Creta, le isole caddero nell'insignificanza, con l'eccezione di Delo, che mantenne la sua arcaica reputazione di santuario per tutto il periodo classico della Grecia (vedi lega delio-attica). Il ritrovamento di prodotti artigianali cicladici (soprattutto rappresentazioni di navi sulla ceramica e piccole barche di pietra) nell'Attica, nel Peloponneso e in molte altre zone della Grecia testimonia la presenza di una notevole abilità nella costruzione delle imbarcazioni e una predisposizione della popolazione per i commerci marittimi. La cronologia della civiltà cicladica è divisa in tre principali periodi: Antico, Medio e Tardo Cicladico. Il periodo antico, cominciato attorno al 3000 a.C., scivolò nell'archeologicamente più oscuro Medio Cicladico attorno al 2500 a.C. Verso la fine del Tardo Cicladico (2000 a.C. circa) si ebbe una convergenza tra la civiltà cicladica e quella minoica. Non c'è unanimità tra i sistemi di datazione usati per la civiltà cicladica, se ne ha uno "culturale" e un altro "cronologico". I primi scavi archeologici del 1880 furono seguiti dal lavoro sistematico della British School di Atene e di Christos Tsountas , che indagò sui siti di sepoltura di diverse isole nel 1898-99 e coniò il termine "civiltà cicladica". Successivamente vi fu una perdita di interesse e poi un ritorno verso la metà del XX secolo, quando i collezionisti gareggiarono per ottenere le statuette dall'apparenza moderna che somigliavano alle sculture di Hans Arp o Constantin Brâncuși. I siti furono razziati e sorse un vivace commercio di falsi. Il contesto di molte di queste statuette cicladiche è stato così distrutto; il loro significato non potrà mai essere compreso del tutto. Un altro argomento intrigante e misterioso è quello delle cosiddette "padelle" cicladiche. Analisi archeologiche più accurate hanno rivelato le grandi linee di una cultura agricola e marittima immigrata dall'Asia Minore attorno al 5000 a.C. La cultura cicladica si evolse fino al 2000 a.C. circa, quando, a causa della nascita della potenza militare di Creta, perse il predominio nel mare Egeo. Gli scavi di Cnosso (a Creta) rivelano un'influenza della civiltà cicladica sulla città per il periodo che va dal 3400 a.C. al 2000 a.C., evidenziata dai ritrovamenti di ceramiche. La cultura della Grecia continentale contemporanea a quella cicladica è chiamata elladica. Colin Renfrew considera la cultura cicladica come proto-indoeuropea, mentre James Patrick Mallory la considera piuttosto pre-indoeuropea. La maggiore originalità artistica è stata attribuita al periodo antico, che va dal 2600 a.C. al 2000 a.C., mentre nelle fasi successive l'arte entrò nell'influenza minoico- micenea. Per quanto riguarda la produzione artistica cicladica, i prodotti più pregiati sono stati realizzati in marmo. Si tratta principalmente di statuette di diversa forma e dimensione che hanno come soggetti donne nude con le mani sul ventre, musicisti, cacciatori e guerrieri. Le raffigurazioni femminili hanno evidenziato l'insistenza nella raffigurazione della dea madre, simboleggiante la fertilità e la fecondità. La dea cicladica venne descritta nella posizione eretta in atteggiamento ieratico. Generalmente, dai bassorilievi al tuttotondo i Cicladici dimostrarono una notevole sensibilità per la forma e per la trasposizione dal reale all'immaginario. I celebri idoli cicladici, seppur affini agli uscebti dell'antico Egitto sono di derivazione maggiormente mesopotamica e venivano utilizzati, per lo più ad usi funerari. La semplicità delle forme artistiche cicladiche ha influenzato la produzione di molti artisti contemporanei e, allo stesso tempo, ha attirato l'attenzione di molti collezionisti senza scrupoli che hanno favorito gli scavi clandestini. Le ceramiche più diffuse sono state le brocche e i pissidi aventi decorazioni geometriche, i kernoi in steatite ed i recipienti in pietra levigata. La maggior parte dei reperti archeologici, quindi, si trova nelle collezioni private. Fortunatamente sono state ritrovate alcune statuette nelle necropoli, mentre altre, di maggiori dimensioni, provengono molto probabilmente dalle abitazioni private. Due sono le modalità funerarie scoperte: la prima prevedeva tombe collettive mentre la seconda concedeva seppellimenti individuali.
Πηγή: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Civiltà_cicladica
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Periodo_elladico
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