Ελληνική ιστορία και προϊστορία

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Τρίτη 13 Δεκεμβρίου 2016

La interessate medievale storia di Roma bizantina degli Greci

Tra la guerra greco-gotica , iniziata a Roma con la presa del generale Belisario nel
536 , e l'alleanza di papa Stefano II con il re dei Franchi Pipino il Breve stipulata alla metà dell' VIII secolo, la città fu sotto il dominio dell'Impero bizantino, mentre l'amministrazione e il mantenimento della città furono assunti dal papa, che progressivamente si conquistò una sempre maggiore autonomia. Grande figura di questo periodo fu papa Gregorio Magno, che tra la fine del VI secolo e gli inizi del VII riorganizzò l'amministrazione pontificia, le attività ecclesiastiche nella città e i possedimenti terrieri che consentivano alla Chiesa di farsi carico dell'assistenza ai cittadini. Nel 536 la città fu presa dal generale bizantino Belisario, che nell'ambito del tentativo di riconquista della maggior parte dei territori dell'antico Impero romano d'Occidente da parte dell'imperatore d'Oriente Giustiniano I aveva sconfitto il re ostrogoto Vitige. Nel 546 gli Ostrogoti di Totila ricatturarono e saccheggiarono la città. Durante l'assedio gli Ostrogoti tagliarono gli acquedotti ancora funzionanti, che non furono più ripristinati. Roma venne nuovamente ripresa da Belisario, per essere di nuovo assediata e conquistata da Totila nel 549. Narsete, che aveva nel frattempo sostituito Belisario, strappò definitivamente Roma dalle mani degli Ostrogoti nel 552.
I ripetuti assedi avevano devastato la città e grandemente ridotto la popolazione che agli inizi del secolo contava ancora ca. 100.000 abitanti e che adesso si era ridotta a non più di 30.000 persone. Gran parte degli antichi edifici pubblici era in rovina, mentre l'abitato si era spostato principalmente nella zona del Campo Marzio e di Trastevere, presso il fiume. Giustiniano I (527 -565) garantì sussidi a Roma per mantenere le costruzioni pubbliche, gli acquedotti e i ponti, ma questi, nello scenario di un'Italia impoverita dalle recenti guerre, non erano sempre sufficienti. Giustiniano I protesse inoltre gli studiosi di varie discipline e ripristinò teoricamente il Senato, che rimase tuttavia sotto la supervisione di un prefetto e altri ufficiali, dipendenti dalle autorità bizantine a Ravenna e venne più tardi sostituito da un consiglio consultivo costituito dalle famiglie più importanti. L'antica aristocrazia romana aveva in gran parte spostato le sue residenze presso le corti di Costantinopoli o di Ravenna ed era subentrata una nuova aristocrazia formata da funzionari bizantini o della corte papale. Vennero anche costruite nuove chiese, in genere caratterizzate da elementi orientali (Santi Quirico e Giulitta , Santi Apostoli, San Giovanni a Porta Latina) (Santa Sofia). Sotto il regno del successore di Giustiniano I, l'imperatore Giustino II (565- 578), il dominio bizantino in Italia si ridusse progressivamente in seguito alle conquiste dei Longobardi , rimanendo infine confinato alle città di Ravenna e di Roma , collegate da uno stretto corridoio che permetteva le comunicazioni tra le due città attraverso Perugia . Nel 578 e nel 580 , il Senato romano, nei suoi ultimi atti registrati, dovette chiedere il supporto dell' imperatore Tiberio II Costantino (578 -582), contro i minacciosi vicini, il duca Faroaldo di Spoleto e il duca Zotto di Benevento . Maurizio (582 - 602) diede un nuovo corso al conflitto alleandosi con il re dei Franchi Childeberto II (579 -595). Le armate franche invasero i territori dei Longobardi nel 584 , 585, 588 e 590. Per circa due secoli Roma rimase tuttavia sotto il formale dominio bizantino, esercitato da carthularii o duces che risiedevano negli antichi palazzi imperiali del Palatino, mentre il comandante militare dovette avere la propria sede nella parte alta dei Mercati di Traiano , che conservò anche in seguito il carattere di fortificazione. Il papa si assumeva in misura sempre maggiore il compito di provvedere all'amministrazione della città. La Chiesa andava inoltre man mano assorbendo i maggiori possedimenti che erano stati dell'aristocrazia senatoria e in parte erano passati all'amministrazione bizantina. La creazione di una rete organizzativa cittadina e di nuove istituzioni religiose destinate alla cura ed alla difesa degli abitanti, fu in particolare opera di papa Gregorio I (590 - 604). Il papa Gregorio I istituì una dicastero legale, costituito da laici (defensores sotto la guida di un primicerius), affiancato ai sette dicasteri costituiti da funzionari ecclesiastici e retti da diaconi. Un nunzio rappresentava permanentemente la Chiesa romana presso la corte dell'imperatore bizantino. La Chiesa si era assunta i compiti civili dell' approvvigionamento della città, attraverso i prodotti delle vaste tenute in suo possesso, amministrati centralmente, e la manutenzione degli edifici pubblici. L'assistenza ai cittadini era assicurata da una rete di diaconie, centri che si occupavano della distribuzione dei viveri e del ricovero di pellegrini, poveri e ammalati: pur gestite dalla Chiesa, servite da comunità monastiche e dotate di oratori, erano rette da funzionari laici (pater diaconiae) e svolgevano compiti civili ( Santa Maria in Cosmedin , San Giorgio al Velabro , San Teodoro , Basilica di Santa Maria in Via Lata). Si moltiplicarono i monasteri, che si installavano in antiche domus donate dai proprietari, e lo stesso papa Gregorio I ne fondò uno sulle proprietà della sua famiglia al Celio . Le comunità monastiche furono di grande importanza nella Chiesa, come consiglieri diplomatici, teologi e missionari, ma anche per il funzionamento dei centri assistenziali e la custodia dei sepolcri dei martiri. Roma aveva sofferto di una disastrosa inondazione del Tevere nel 589 , seguita da una pestilenza nel 590 . A quest'ultima si riferisce la leggenda dell'avvistamento dell'angelo che rinfoderava la spada fiammeggiante, all'origine dell'attuale nome di Castel Sant'Angelo, mentre l'appena eletto papa Gregorio I passava in processione per implorare la fine dell'epidemia. Dopo la pace stipulata con i Franchi nel 592 , il re longobardo Agilulfo (591 - 616) riprese le ostilità contro le città ancora bizantine di Napoli e Roma. Con l'imperatore preoccupato da guerre sul confine orientale ed i vari e successivi esarchi incapaci di proteggere Roma dalle invasioni, papa Gregorio I prese un'iniziativa personale e negoziò un trattato di pace con i Longobardi, firmato nell'autunno del 598 e soltanto in seguito riconosciuto dall' imperatore bizantino Maurizio. La posizione del papato si rafforzò ancora sotto il regno dell'usurpatore Foca (602 - 610), che ne riconobbe il primato sopra il patriarca di Costantinopoli e decretò papa Bonifacio III (607) "capo di tutte le Chiese". Il Pantheon nel 609 fu donato al papa Bonifacio IV e trasformato in una chiesa (Santa Maria Rotonda), primo tempio pagano trasformato in chiesa nella città, ed unico ancora per altri due secoli. Durante il VII secolo, Roma subì fortemente l'influenza bizantina e vide un massiccio afflusso di ufficiali e religiosi bizantini da altre parti dell'Impero (anche in seguito all'ondata di profughi che si erano rifugiati a Roma in seguito all'espansione araba): all'interno della stessa Chiesa romana le più alte cariche erano rivestite da personaggi di origine orientale, in gran parte di lingua greca, e la stessa elezione del papa era sottoposta all'approvazione imperiale. Vennero dedicate numerose chiese a santi orientali e i mosaici , i dipinti e gli elementi architettonici dell'arredo delle chiese seguivano i modelli artistici di Costantinopoli ; si diffuse il culto delle reliquie dei corpi dei martiri, precedentemente diffuso in Oriente, ma disapprovato a Roma. Il papato venne inoltre coinvolto nelle numerose dispute teologiche che agitavano l'impero e nel 653 papa Martino I venne deportato a Costantinopoli e, dopo un processo, esiliato in Crimea, dove morì. Tra il VI e il VII secolo l'espansione del Cristianesimo in occidente aveva portato a un costante flusso di pellegrini nella capitale e si moltiplicarono gli ospizi e le diaconie dedicati alla loro accoglienza, spesso costruiti lungo le strade di accesso ai santuari. Le donazioni e il soggiorno costituirono un'importante fonte di entrate per l'economia cittadina. Nuovi santuari in parte interrati furono costruiti intorno alle tombe più venerate ( San Lorenzo e Sant'Agnese, Chiesa dei Santi Nereo e Achilleo presso le catacombe di Domitilla). Nella Basilica di San Pietro venne costruita intorno alla tomba una cripta semi-anulare che assicurava l'ordinato scorrere dei pellegrini. Nel 663 , Roma vide nuovamente sul proprio suolo un imperatore dopo due secoli, con la visita di Costante II . In tale occasione l'imperatore si occupò di spogliare gli antichi edifici da tutto il metallo facilmente asportabile, per gli armamenti da usare contro i musulmani: ne fecero ad esempio le spese le tegole di bronzo dorato della copertura del Pantheon . L'approvvigionamento di generi alimentari per la città dipendeva in larga parte dalle tenute di proprietà papale in varie regioni dell'Impero bizantino. Nel 727 , papa Gregorio II si rifiutò di accettare il decreto dell'imperatore Leone III che stabiliva l' iconoclastia . Leone cercò, senza successo, di imporre l'iconoclastia a Roma con la forza militare, confiscò le tenute papali in Sicilia e trasferì le aree precedentemente ecclesiastiche all'interno dell'impero al patriarca di Costantinopoli: Roma era quindi completamente abbandonata a se stessa. La conseguenza del contrasto teologico fu l'arrivo di altre ondate di profughi dall'impero bizantino. Il re longobardo Liutprando tentò di approfittare del contrasto teologico e propose alla Chiesa un'alleanza, che non venne tuttavia accettata. Fu tuttavia donato al papa Gregorio II il territorio di Sutri nel 728 , che costituì il primo nucleo dello Stato pontificio. Il papato era appoggiato da un nuovo ceto di proprietari terrieri, legati alle istituzioni ecclesiastiche e di varia origine (antiche famiglie romane, Longobardi Bizantini), ormai romanizzati, che permisero la creazione di una milizia locale (exercitus), costituita inizialmente dalle scholae nazionali, che radunavano i residenti di varie nazionalità, le corporazioni di mestiere e le associazioni rionali . La milizia insieme al clero e al populus (i capi delle grandi famiglie) contribuiva alle elezioni papali. Papa Zaccaria (741 -752) organizzò il territorio intorno alla città, fondando le prime domus cultae , vere e proprie aziende agricole facenti capo alla Chiesa , che assicuravano l'approvvigionamento della città.
L'indebolimento dell'impero bizantino e la minaccia dei Longobardi , spinsero il papa all'alleanza con i Franchi : il tentativo di renovatio imperii ("rinnovamento dell'impero") produsse una rinascita cittadina e successivamente un lungo periodo di contrasti tra Papato e impero , che attraversò diverse fasi. Papa Adriano I si impegnò in un'intensa opera di consolidamento e rinnovamento cittadino, e, dopo un periodo di decadenza e lotte, che vide la prevalenza delle famiglie dei duchi di Spoleto e dei Crescenzi , si ebbero le riforme di papa Gregorio VII e la nascita di un nuovo ceto cittadino, fortemente legato alle istituzioni ecclesiastiche spesso orgogliosamente consapevole del grande passato e del ruolo storico della città. Nel 753 , in seguito alle minacce dei Longobardi, che andavano eliminando la presenza bizantina in tutta l'Italia, papa Stefano II si alleò con Pipino il Breve re dei Franchi , proclamato "patrizio dei Romani" (" patricius Romanorum ", titolo in teoria spettante al viceré bizantino) e difensore dei diritti di san Pietro. Carlo Magno , sceso in Italia nel 774, sconfisse definitivamente l'ultimo re longobardo Desiderio e nel Natale dell'anno 800 venne incoronato a Roma imperatore del Sacro Romano Impero da papa Leone III . Le donazioni fatte dall'imperatore al papa si estesero ai territori dell'antico esarcato di Ravenna bizantino. Lo Stato pontificio nacque sulla base dei possedimenti terrieri della Chiesa romana, considerati patrimonio di san Pietro . Furono istituite amministrazioni e milizie locali che, come l'amministrazione centrale, erano costituite da funzionari ecclesiastici e laici appartenenti alle medesime famiglie. L'elezione del papa era prerogativa dell'alto clero e degli ufficiali della milizia, mentre il "popolo" sosteneva i diversi candidati, legati alle grandi famiglie e alle fazioni che supportavano diverse posizioni. L'inequivocabile potenza che il papato e Roma avevano assunto portò a una riappropriazione di alcune tradizioni dell'antica Roma (per esempio il termine consul -" console" venne utilizzato accanto ai titoli bizantini di dux - duca e di comes -conte , mentre senatus- senato indicava talvolta l'insieme delle grandi famiglie). La città visse un periodo di rinascita: sotto papa Adriano I , le domus cultae e le diaconie si moltiplicarono, si restaurarono alcuni degli antichi acquedotti di Roma e le mura , venne costruito un argine sul Tevere per proteggere dalle inondazioni il portico che conduceva alla Basilica di San Pietro da ponte Sant'Angelo. Le chiese, in particolare i grandi santuari (i cui tetti furono risistemati con grandi travi di legno offerte dallo stesso Carlo Magno), furono sistematicamente restaurati. Si iniziò a trasferire le reliquie dei martiri dalle catacombe ormai in rovina alle chiese cittadine. Sotto papa Leone III venne restaurato e ingrandito il palazzo del Laterano , che rivaleggiava per splendore con i palazzi imperiali di Costantinopoli. Il rinnovamento voluto da papi provenienti dalle grandi famiglie romane mirava a far rivivere le grandi tradizioni del passato romano e cristiano : se le prime chiese costruite conservavano ancora elementi di origine orientale ( Santa Maria in Dominica ), successivamente si affermò un modello che si rifaceva alle grandi costruzioni costantiniane e comprendeva l'utilizzo di grandi decorazioni a mosaico ( Santa Prassede, Santa Cecilia in Trastevere, Santi Quattro Coronati). La rapida disgregazione dell'impero carolingio lasciò nuovamente Roma senza difesa. Nella città si confrontavano le aspirazioni universali della Chiesa e il potere laico locale delle grandi famiglie, che si intrecciava con il preteso potere di conferire la dignità imperiale, considerato di diritto appartenente alla città per il suo glorioso passato. La debolezza della suprema carica della Chiesa, continuamente messa in gioco con combattute elezioni, dava modo alle diverse fazioni locali di combattersi fra loro e al sacro romano imperatore o ai potentati che si andavano formando in Italia centrale (Spoleto, Toscana), di intervenire esercitando la loro influenza. A queste condizioni si aggiunse nel IX secolo la minaccia dei Saraceni : le scorrerie musulmane resero insicuri i territori fuori dalla cerchia delle mura e spinsero alla traslazione dei corpi dei santi martiri (fino ad allora conservati nei cimiteri extraurbani dove erano stati sepolti e dove erano sorti dei santuari) nelle chiese entro le mura. L'operazione si svolse soprattutto durante il pontificato di Pasquale I (817- 824). Nell' 846 i Saraceni, oramai stanziatisi nella cittadina di Castelvolturno, a Nord di Napoli, da dove facevano regolari scorrerie nell'entroterra e sulle coste laziali, risalirono con una flottiglia armata le foci del Tevere per raggiungere il cuore di Roma. In tale data arrivarono al porto di Porta Portese nottetempo e si accinsero ad attaccare e saccheggiare la ricca abbazia benedettina di San Paolo fuori le mura , adiacente all'ansa del Tevere e la più vicina alle loro navi. Il Comandante della guarnigione riuscì a sollevare una forte resistenza armata. In primis impedì con l'innalzamento delle catene attraverso il Tevere il ritorno dei Saraceni sbarcati per il saccheggio alle loro navi impedendo loro ogni via di fuga dal Fiume. Poi organizzò la popolazione e gli uomini di guardia alla Basilica attaccando i Saraceni che non riuscirono nel loro intento di saccheggiarla. La storia racconta (vedi Araldica-Bologna) che detto Comandante (cui Papa Giovanni VIII consegnò il nome ed il titolo di "Salvatore di Roma"; in seguito meritò il grande onore di chiamare sé e tutta la progenie "Roma", come la città salvata) inseguì i superstiti saraceni in fuga lungo la via Appia, che cercavano di raggiungere Castelvolturno. Ma sulla strada per Formia furono raggiunti e sterminati tutti. Da allora i "Roma" ebbero il compito di organizzare in tutte le abbazie Benedettine le guarnigioni di difesa (vedi discendenti dei "Roma" a Montecassino, Abbazia della Santissima Trinità di Cava dei Tirreni, Amalfi etc.).
Nell' 852 papa Leone IV fortificò l'Urbe con la costruzione delle cosiddette mura leonine (civitas leonina). Tuttavia i Saraceni ogni anno tentavano di aggredire i luoghi religiosi e più ricchi del Centro e Nord Italia: in particolare l'Abbazia di San Paolo fuori le Mura fu circondata da mura e da un castello (tuttora esistente). Il feudo fino al mare fu affidato in cura e tutela al "Salvatore di Roma" ed ai suoi discendenti. I papi seguenti furono in seguito scelti in accordo con l'imperatore e con la determinante influenza di Ildebrando da Soana, in seguito papa con il nome di Gregorio VII (1073 -1085), che intraprese un'opera di moralizzazione interna della Chiesa e ne ribadì il ruolo nella lotta per le investiture contro i Sacri Romani Imperatori (che portarono alle scomuniche di Enrico IV e all' episodio di Canossa ). Questi contrasti determinarono nel 1084 il sacco della città da parte delle truppe di Roberto il Guiscardo, giunte a Roma per liberare il papa, assediato in Castel Sant'Angelo dall'imperatore.
Πηγή: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Roma

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