Ελληνική ιστορία και προϊστορία

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Ελληνική ιστορία και προϊστορία

Σάββατο 15 Αυγούστου 2015

Paestum è un'antica città della Magna Grecia chiamata dai fondatori Poseidonia in onore di Poseidone(Neptun)

Paestum, nome latinizzato del termine Paistom con il quale venne definita dopo la sua conquista da parte dei Lucani, è un'antica città della Magna Grecia chiamata dai fondatori Poseidonia in onore di Poseidone, ma devotissima a Era e Atena. L'estensione del suo abitato è ancora oggi ben riconoscibile, racchiuso dalle sue mura greche, così come modificate in epoca lucana e poi romana. In passato era nota anche come Pesto. È localizzata nella regione Campania, in provincia di Salerno, come frazione del comune di Capaccio, a circa 30 chilometri a sud di Salerno (97 chilometri a sud di Napoli). È situata nellaPiana del Sele, vicino al litorale, nel golfo di Salerno, al nord del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. La località è munita anche di un piccolo scalo ferroviario denominato per l'appunto Paestum, e di due piccole località adiacenti alla stazione denominate Capaccio scalo e Lido di Paestum. Nel 2013 scavi e museo di Paestum sono stati il ventiquattresimo sito statale italiano più visitato, con 242.218 visitatori e un introito lordo totale di 733.802,87 euro. La città è stata abitata fin dall’epoca preistorica. Ad oriente della Basilica, nell’area prospiciente l'ingresso, si sono rinvenuti manufatti databili dall’età paleolitica fino all’età del bronzo; a sud di essa, verso Porta Giustizia, sono stati scoperti i resti di capanne, a testimonianza dell’esistenza di un abitato preistorico. Nell’area del Tempio di Cerere, e tra questo e Porta Aurea, si sono trovate attestazioni archeologiche che documentano uno stanziamento di età neolitica. In effetti sia la Basilica che il Tempio di Cerere si trovano su due lievi alture (probabilmente in epoca preistorica più accentuate), per cui si può immaginare che esse fossero occupate da due villaggi, separati da un piccolo torrente che scorreva dove oggi si trova il Foro.  Forse in epoca eneolitica le due alture furono abitate dalla popolazione di origine egeo-anatolicaappartenente alla facies della Civiltà del Gaudo, che poi scelse come luogo privilegiato per le sue sepolture la località Gaudo, situata a 1,5 chilometri a nord di Paestum.
Moneta incusa di Poseidonia (530-500 a.C.), con Poseidone e la sigla ΠΟΣ (=POS<eidonia>)
Non abbiamo notizie precise sulla fondazione della città, ma si potrebbe ipotizzare che essa sia stata fondata da una minoranza di Dori Sibariti, cacciati via dalla maggioranzaachea. Dai dati archeologici contestuali, si può tentare una ricostruzione verosimile del quadro che portò alla nascita della città: verso la metà del VII secolo a.C., la città di Sibari iniziò a creare una serie di "sub-colonie" lungo la costa tirrenica, con funzioni commerciali: tra esse si annoverano Laos ed uno scalo, il più settentrionale, presso la foce del Sele, dove venne fondato un santuario dedicato ad Hera, con valenza probabilmente emporica. I Sibariti giunsero nella piana del Sele tramite vie interne che la collegavano al Mare Jonio. Grazie ad un intenso traffico commerciale che avveniva sia per mare - entrando in contatto con il mondo greco, etrusco e latino - sia via terra - commerciando con le popolazioni locali della piana e con quelle italiche nelle vallate interne - nella seconda metà del VII secolo a.C. si sviluppò velocemente l'insediamento che poi dovette dar luogo a Poseidonia, sviluppo della città accelerato certamente anche da un preciso progetto di inurbamento. Una necropoli, scoperta nel 1969 subito al di fuori delle mura della città, contenente esclusivamente vasi greci di fattura corinzia, attesta che la polis doveva essere in vita già intorno all’anno 625 a.C. La cosiddetta "Tomba del Tuffatore", raro esempio di sepoltura greca affrescata
Dal 560 a.C. al 440 a.C. si assiste al periodo di massimo splendore e ricchezza di Poseidonia. Tale apice fu dovuto a diversi fattori, alcuni dei quali si possono ravvisare, ad esempio, alla recessione della presenza e dell’influenza etrusca sulla riva destra del Sele nella prima metà del VI secolo a.C.. Con l'allentarsi della presenza etrusca, si dovette creare un vuoto di potere ed economico nella zona a nord del Sele, vuoto di cui non poté non avvantaggiarsi ed approfittare Poseidonia. A tale evento devono aggiungersi altri due tragici accadimenti: la distruzione della città di Siris (=Policoro) sul Mar Jonio, da parte di CrotoneSibari eMetaponto, con la conseguenza un predominio di Sibari in tutta la regione della Siritide, per cui dovettero intensificarsi i traffici interni tra Poseidonia e la Siritide; e la distruzione diSibari stessa nel 510 a.C., ad opera di Crotone. L’esplosione di benessere e di ricchezza che si riscontra a Poseidonia, che coincide con quest'ultimo avvenimento, fa sospettare che buona parte dei Sibariti, fuggiti dalla città distrutta, dovettero trovare rifugio nella loro sub-colonia, portandovi le proprie ricchezze. Ascrivibile al medesimo periodo è la costruzione di un monumentale sacello sotterraneo: potrebbe trattarsi di un cenotafio dedicato ad Is, mitico fondatore di Sibari, eretto a Poseidonia dai profughi Sibariti. Nello stesso arco cronologico, a distanza di cinquant'anni l’uno dall’altro, vengono eretti anche la cosiddetta Basilica (550 a.C. circa), il Tempio "di Cerere" (500 a.C. circa) ed il Tempio "di Nettuno" (450 a.C. circa).
Ποσειδωνιάταις τοις εν τω Τυρρηνικώ κόλπω το μεν εξ αρχής Έλλησιν ούσιν εκβαρβαρώσθαι Τυρρηνοίς ή Pωμαίοις γεγονόσι και τήν τε φωνήν μεταβεβληκέναι, τά τε πολλά των επιτηδευμάτων, άγειν δε μιάν τινα αυτούς των εορτών των Ελλήνων έτι και νυν, εν η συνιόντες αναμιμνήσκονται των αρχαίων ονομάτων τε και νομίμων, απολοφυράμενοι προς αλλήλους και δακρύσαντες απέρχονται. AΘΗΝAΙΟΣ
Την γλώσσα την ελληνική οι Ποσειδωνιάται εξέχασαν τόσους αιώνας ανακατευμένοι
με Τυρρηνούς, και με Λατίνους, κι άλλους ξένους. Το μόνο που τους έμενε προγονικό
ήταν μια ελληνική γιορτή, με τελετές ωραίες, με λύρες και με αυλούς, με αγώνας και στεφάνους. Κ’ είχαν συνήθειο προς το τέλος της γιορτής τα παλαιά τους έθιμα να διηγούνται,
και τα ελληνικά ονόματα να ξαναλένε, που μόλις πια τα καταλάμβαναν ολίγοι.
Και πάντα μελαγχολικά τελείων’ η γιορτή τους. Γιατί θυμούνταν που κι αυτοί ήσαν Έλληνες —
Ιταλιώται έναν καιρό κι αυτοί· και τώρα πώς εξέπεσαν, πώς έγιναν, να ζουν και να ομιλούν βαρβαρικά βγαλμένοι — ω συμφορά! — απ’ τον Ελληνισμό. ΚΩΝΣΤΑΝΤΙΝΟΣ ΚΑΒΑΦΗΣ
Πηγη: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Paestum#Preistoria
http://www.kavafis.gr/poems/content.asp?id=254&cat=4

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